Quando oggi si parla di guerra cibernetica, questa non comprende soltanto le schermaglie tra le nazioni, ma anche gli attacchi terroristici a siti Internet di istituzioni e aziende private. Come è successo in Giappone, dove un attacco informatico ha colpito il più grande fornitore di armi, rubando dati sensibili e informazioni su siti nucleari. La notizia è stata riportata dalla testata Asahi.
Non è chiaro, al momento, se i dati rubati alle Mitsubishi Heavy Industries Ltd includano informazioni su aerei, elicotteri e altri equipaggiamenti militari: lo stesso Ministero della Difesa, tramite un suo funzionario, ha fatto sapere di non essere a conoscenza di eventuali perdite di informazioni classificate come segreti di difesa. Ma una inchiesta è in atto e tutto sembra essere sotto il più stretto riserbo. Un mese fa Mitsubishi Heavy ha dichiarato che gli indirizzi IP erano trapelati; tuttavia più di 80 tra computer e server risultano essere stati infettati da un virus. Mentre la Mitsubishi Heavy ha ritardato la denuncia di questi fatti, le rivali IHI Corp e Kawasaki Heavy Industries hanno ricevuto email sospette.
Contemporaneamente il Giappone si sta mobilitando per rafforzare le proprie difese informatiche aprendo dei contatti con gli USA e condividere informazioni sull’hacking di siti istituzionali e privati. Perché una nuova estesa guerra fredda, si sa, è in atto da tempo a colpi di bit.