«In che modo i Governi accedono alle informazioni disponibili in Rete?»: con questa domanda apre un nuovo articolo pubblicato sul blog ufficiale di Google con il quale la società di Mountain View annuncia la disponibilità di un report con cui intende fare chiarezza sulle modalità in cui gli enti governativi di tutto il mondo attingono al bacino di dati pubblicati nel web sui propri cittadini.
«Maggiori informazioni, maggiore trasparenza»: un motto, questo, che rispecchia la volontà del colosso delle ricerche di venire incontro alle esigenze dei cittadini e, dunque, dei propri utenti. Grazie al Trasparency Report, disponibile da tempo mediante un’apposita pagina web ospitata sui server della società, è ora possibile comprendere Paese per Paese tutte le richieste ricevute dal gruppo nel corso degli ultimi mesi, suddivise per tipologia ed arricchite dalle motivazioni legali che hanno spinto a tale ricerca.
Il gigante della ricerca online mette dunque sotto la lente di ingrandimento l’operato delle istituzioni mondiali per far luce sulle modalità con le quali la Rete viene utilizzata come strumento per il rilevamento di informazioni su eventuali sospettati di crimini commessi sia online che offline. Per quanto riguarda l’Italia, ad esempio, Google dichiara di aver ricevuto una richiesta di rimozione di un video pubblicato su YouTube riguardante il premier Silvio Berlusconi, mentre nel complesso le richieste di informazioni sui dati degli utenti è aumentata del 29% nel periodo dal luglio al dicembre del 2010.
Tramite la nuova versione del report è insomma possibile scorrere all’indietro la cronologia delle richieste ricevute da Google in via ufficiale dai Governi mondiali, ed è possibile ad esempio scoprire che la Cina risulta da lungo tempo una delle più attive in tal senso, con numerosi tentativi di bloccare violazioni attingendo a piene mani dall’enorme bacino di informazioni che è Internet. Di ogni singolo stato è disponibile un quadro dettagliato della situazione, mediante la voce “Country Detail”.