Ha poco più di un mese di vita e sta già rivoluzionando il mercato. Stiamo parlando di Siri, l’assistente virtuale tuttofare di Apple, ormai vera e propria mania collettiva in tutto il mondo. I fortunati possessori di iPhone 4S in lingua inglese, francese e tedesca hanno già sperimentato le capacità di ricerca, ma pare che non siano solo gli utenti ad averle analizzate: Google, infatti, ci avrebbe messo lo zampino dopo essersi particolarmente spaventato.
A dichiararlo è Eric Schmidt, membro noto del board di Big G e fondamentalmente legato a Apple, il quale ha confermato come Siri denoti un nettissimo miglioramento nella ricerca sul Web, instaurando così un rischio competitivo per Google.
L’affermazione ha ancora più peso, inoltre, perché comparata a quanto riferito pochi mesi prima. In un discorso dello scorso settembre, così come nei precedenti, Schimdt aveva affermato come Apple fosse solo una entry level nel mercato delle ricerche, così come lo sarebbe stato Facebook, ma ora è costretto a cambiare idea:
«Le mie affermazioni erano chiaramente sbagliate. Siri di Apple è uno significativo sviluppo, un mezzo attivato vocalmente per accedere a risposte attraverso iPhone che dimostra l’innovazione della ricerca.
Questo significa che Google dovrà cedere il passo alla Mela morsicata? La risposta è più che chiaramente negativa. Il settore delle ricerche online sarà ancora per molto tempo dominato dalla scrittura e i grandi del mercato continueranno a farla da padrone. Ma l’arrivo di Siri dimostra quali potrebbero essere le esigenze future del consumatore, ovvero accedere alle informazioni in Rete nel modo più naturale e immediato possibile come può essere la voce, e orientare così un nuovo standard. In altre parole, Siri obbligherà i competitor a correre ai ripari: chissà che a breve non spuntino altri “cervelloni” intelligenti ma artificiali simili a quelli della calma e ironica signorina parlante di Cupertino.