Twitter: la CIA legge tutti i cinguettii

La CIA analizza i messaggi sui social network alla ricerca di segnali che indicano un'eventuale rivolta popolare.
Twitter: la CIA legge tutti i cinguettii
La CIA analizza i messaggi sui social network alla ricerca di segnali che indicano un'eventuale rivolta popolare.

Sono definiti “ninja da biblioteca”, ma non sono semplici studiosi appassionati di libri. Lavorano per la CIA e sono stati addestrati per leggere e interpretare milioni di messaggi e di commenti su Twitter e Facebook. L’obiettivo è individuare velocemente segnali di una rivolta attraverso le parole di migliaia di persone residenti nei cosiddetti Paesi a rischio.

Gli analisti del più grande servizio di intelligence del mondo setacciano ogni giorno oltre 5 milioni di tweet alla ricerca di qualche indizio nascosto nei messaggi scritti nelle lingue più disparate, dall’arabo al cinese, passando per il pashtun. I social network sono infatti diventati il principale mezzo utilizzato per organizzare rivolte popolari, come si è verificato durante la recente primavera Araba.

Gli 007 del centro situato in Virginia effettua verifiche incrociate con le informazioni raccolte su Facebook, i dati recuperati attraverso le intercettazioni telefoniche e quelli provenienti dai media tradizionali, come giornali, radio e televisione, alla ricerca di un minimo indizio che potrebbe diventare in poco tempo una rivoluzione. Alla fine dell’analisi viene scritto un rapporto depositato ogni mattina sulla scrivania di Barack Obama.

La CIA ha deciso di seguire con attenzione l’opinione pubblica sui social network a partire dal 2009, in occasione della protesta studentesca in Iran nata in seguito all’elezione dell’attuale Presidente Ahmadinejad. Le motivazioni della rivolta sono note a tutti solo grazie alla diffusione dei messaggi e dei video su Internet.

La mole di dati da analizzare è comunque troppo elevata, per cui non sempre è possibile prevedere l’evolversi della situazione in breve tempo. Nonostante i numerosi rapporti degli analisti, nessuno aveva previsto la caduta dei regimi in Egitto e Tunisia in così pochi giorni.

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