Mentre l’Italia è nel mezzo della tempesta perfetta della finanza internazionale, mentre il Governo corre verso una legge di stabilità che sancirà la fine definitiva dell’Era Berlusconi, un nome si fa largo tra quelli che potrebbero rilanciare il nostro paese fuori dal baratro: Mario Monti (la sua scheda su Wikipedia). Un nome noto nel mondo della finanza, un nome noto nel mondo della politica ed un nome altrettanto noto nel mondo della tecnologia. Ecco perché.
Bisogna risalire al marzo del 2004, quando Monti si presentò davanti ai microfoni nel ruolo di Presidente della Commissione Antitrust europea e proferì le seguenti parole: «la decisione odierna ristabilisce le condizioni per una concorrenza leale sul mercato e indica chiari principi per la condotta futura di una società in posizione così dominante». Il riferimento era al gruppo Microsoft, al quale la Commissione, proprio sotto la reggenza Monti, aveva appena inflitto la più alta multa mai comminata prima a livello europeo: 497,2 milioni di Euro.
Le indagini partivano dalla fine del 2003, quando RealNetworks contestò a Microsoft l’inclusione di Windows Media Player all’interno del sistema operativo Windows. Secondo l’accusa, infatti, tale comportamento non faceva altro che estendere il monopolio del sistema Windows anche sul mondo dei player digitali, creando una impossibile ostruzione per i player concorrenti e determinando così un illecito in termini antitrust.
Monti portò avanti la causa con estrema risolutezza, tentando un approccio finalizzato alla conciliazione per poi portare avanti la sanzione. Fu l’inizio di un incubo per il gruppo Microsoft: Neelie Kroes, succeduta a Monti alla guida dell’antitrust, portò avanti la questione infliggendo sanzioni ulteriori a Microsoft e traslando quindi medesimo approccio anche sul mondo dei browser.
Oggi la figura di Monti torna d’attualità. Nella sua storia, nella sua risolutezza e nel suo equilibrio è stato da più parti intravisto il mix necessario per sollevare l’Italia nel peggiore momento della sua storia contemporanea. Elezioni o governo tecnico, poco importa: l’uomo che diede il via alla pressione antitrust contro Microsoft potrebbe presto prendere il timone del paese. Ove peraltro le questioni legate alla concorrenza sono tra i primi punti di intervento richiesti dall’UE.