Nella serata di ieri l’Italia ha vissuto un momento probabilmente storico, con l’annuncio da parte di Silvio Berlusconi di aver intenzione di dimettersi una volta approvata la legge di stabilità. Si apre però ora una parentesi altrettanto storica, quella che porta l’attuale fase di incertezza del Governo verso la proposta del maxi-emendamento che verrà discusso e votato nei prossimi giorni. Ed in questo frangente la banda larga avrà un ruolo importante. Non fondamentale, forse, ma sicuramente estremamente significativo.
L’Unione Europea ha infatti fatto pervenire al Governo italiano una serie di 39 punti sui quali pretende risposte immediate. Su questi 39 punti Silvio Berlusconi dovrà formalizzare le proprie risposte alle autorità europee, facendo così seguito alla richiesta di monitoraggio/certificazione di cui si è discusso nei giorni passati. La lettera inviata a Giulio Tremonti dal commissario europeo agli Affari Economici, Olli Rehn, esprime un concetto estremamente chiaro al punto 10. Facciamo nostra la domanda del commissario europeo, perché è la medesima domanda che da tempo il mondo online tenta di porre alla politica italiana:
Il Governo sta progettando di concentrare la spesa dei fondi europei in educazione, banda larga e ferrovie. In quali aree il governo pensa di ridurre i fondi per compensare gli investimenti? Più nel concreto, aggiungiamo alla domanda del commissario: come intende il Governo investire nella banda larga? Quando si conta di mettere sul piatto e come si pensa di trovare questi fondi?
La domanda numero 10 colpisce nel segno: fino ad oggi la banda larga è stata spesso e volentieri nei programmi di investimento, ma ogni volta la mancanza dei fondi ha impedito che le promesse potessero divenire realtà. La lettera a Tremonti affonda pertanto alla radice la questione: dove sono i soldi?
In questi mesi i tre paesi maggiormente nell’occhio del ciclone in area europea sono stati Italia, Spagna e Grecia. Per tutti e tre (o quasi, ormai) è avvenuto un avvicendamento al Governo e per tutti e tre uno dei problemi comuni è la scarsità di penetrazione del broadband. Sarebbe semplicistico e superficiale ricondurre tutto alla banda larga, ma sarebbe altrettanto fuorviante non considerare questo elemento come termometro, indizio e cartina di tornasole degli errori del passato.
A Silvio Berlusconi, quindi, va ora posta con forza la domanda numero 10. Perché di qui sarà probabilmente possibile capire come si arriverà alla legge di stabilità, alle annunciate dimissioni ed all’inizio della fase successiva della storia e della politica italiana.