Chiunque intenda nascondere la propria rete WiFi dalle antenne indiscrete dei dispositivi che sfruttano tecnologie di localizzazione, non dovrà far altro che seguire la proposta avanzata da Google e pronta a diventare una sorta di standard de facto del settore.
L’idea è quella per cui chiunque possa chiedere la non contemplazione della propria rete in questo schema esplicitando il tutto tramite il proprio SSID. Quest’ultimo parametro altro non è se non il nome che si attribuisce alla propria rete: aggiungendo una piccola stringa al nome, gli apparati che intenderanno sfruttare le informazioni ricavabili dovranno tenersene alla larga sulla base della volontà espressa dall’utente. Sarà sufficiente aggiungere la stringa “_nomap” al nome e nulla più. Se dunque si possiede una rete denominata “lamiarete”, sarà sufficiente cambiare il nome in “lamiarete_nomap”.
Le reti WiFi non sono utilizzate per inviare o trasmettere dati, ma soltanto come semplici punti di riferimento sul territorio. Mappando questi punti di riferimento, infatti, è possibile favorire la geolocalizzazione dei dispositivi mobile con grande rapidità, con estrema precisione e con la possibilità di fornire informazioni geolocalizzate anche all’interno degli edifici. Le reti WiFi offrono quindi informazioni aggiuntive che vanno a sovrapporsi alla rete GPS, il tutto in una sinergia in grado di esprimere le proprie qualità su applicazioni, servizi online e mappe.
Da parte di Google trattasi di una sorta di mossa obbligata dopo il grave imbarazzo vissuto nei mesi passati a seguito del tracciamento delle reti WiFi sul territorio. Le Google Car avrebbero infatti “erroneamente” raccolto dati dalle reti aperte, attirando su Mountain View gli strali dei garanti per la privacy dei paesi coinvolti (Italia compresa). Ottenuto il perdono e sgonfiatosi il caso, Google non ha però potuto fare a meno di intervenire per poter proseguire su questa via senza incorrere in problemi ulteriori: la proposta “_nomap” va in questa direzione, offrendo ai possessori di reti casalinghe la possibilità di un opt-out che escluda la propria rete dalla mappatura generale.
In una apposita pagina di assistenza Google offre a chi fosse interessato tutte le informazioni del caso, comprese le istruzioni per il cambio dell’SSID con i prodotti di alcuni tra i maggiori produttori di router e access point. Il gruppo spiega inoltre che saranno anche altri i servizi di geolocalizzazione ad allinearsi alla proposta, il che la rende immediatamente papabile come possibile standard del settore che trasforma nei fatto l’opt-out nella regola generalmente adottata. Autorità di vigilanza permettendo.