La posizione del Presidente francese Nicolas Sarkozy in materia di streaming online è piuttosto chiara: ogni forma di condivisione di materiale protetto dal diritto d’autore tramite tale strumento è da ritenere una grave violazione delle leggi vigenti in tal senso e va dunque rafforzata la lotta alla pirateria. Il numero uno del paese transalpino, insomma, promette di stringere la morsa sulla pubblicazione di materiale multimediale in streaming via web.
Le dichiarazioni di Sarkozy giungono nel corso del convegno “La cultura nell’era digitale” organizzato ad Avignone, durante il quale ha preso la parola per esporre il proprio punto di vista e fare il punto della situazione: grazie alla legge Hadopi, infatti, le violazioni del diritto d’autore tramite sistemi di P2P sarebbero diminuite del 35%, il che rappresenterebbe dunque un chiaro segnale di come tali provvedimenti possano giocare un ruolo fondamentale nella lotta al crimine in formato digitale. Tra le ipotesi figura dunque un “Hadopi 3”, volta a porre ulteriori barriere per confinare il problema.
La pubblicazione di contenuti in streaming secondo Sarkozy rispondere dunque al paradigma “rubo da una parte e lo vendo dall’altra”, motivo per cui urgono soluzioni in grado di porre fine al fenomeno: le leggi in tal senso devono modellarsi a seconda di quelle che sono le evoluzioni della tecnologia, per imporre dei paletti in grado di non far sfociare l’utilizzo di Internet e degli strumenti legati al web in mezzi con i quali perpetrare violazioni. La Francia, dunque, sorveglierà con attenzione lo scenario futuro e deciderà di muoversi di conseguenza, adottando nuove misure di sicurezza atte a tutelare gli interessi delle major e delle altre compagnie legate ai contenuti in circolazione in Rete.
Alla conferenza ha assistito anche il commissario dell’AGCOM Stefano Mannoni, il quale ha condiviso pienamente la strada suggerita da Sarkozy ed ha tenuto a precisare come bisogna mettere da parte ideali legati ad un web libero e democratico affinché gli sforzi degli addetti ai lavori possano essere equamente ricompensati e non deturpati da coloro che intendono immettere in Rete materiale coperto da copyright. Mannoni, insomma, si schiera dalla parte della lotta dura allo streaming nel web ed alle sue parole potrebbero seguire fatti sulla scia del modello francese.