Dai blog americani lamentele e un allarme: il nuovo Facebook tutto Open Graph e Timeline rischia di stancare i suoi utenti, per “over-sharing”: un sovraccarico di condivisioni e notifiche.
Già a pochi giorni dal keynote nel quale Mark Zuckerberg presentò queste novità, erano emersi molti dubbi e il sospetto che molte delle novità introdotte non sarebbero piaciute.
La questione è nota: l’abbinata tra l’Open Graph e Timeline, il cosiddetto Facebook “frictionless”, senza attrito, porta evolutivamente a un concetto di condivisione quasi forzata. Fenomeno che in Italia ancora non percepiamo completamente, per l’ancora non completo trasferimento alla Timeline, e per il fatto che l’Open Graph è un tool ideato per gli sviluppatori.
Tuttavia, il problema è destinato a riguardare sempre più utenti, tanto che CNet non va leggero e scrive:
“Ormai abbiamo paura di fare click su qualsiasi link su Facebook in questi giorni. Niente a che fare con lo spam e il diluvio di immagini brutte che si fanno strada nel news feed. Invece, è perché la diffusione dell’Open Graph sta completamente rovinando la condivisione.”
L’Open Graph ha il compito di quantificare e valorizzare tutti gli scambi nelle rete sociale, trasformando una condivisione in un invito ad accedere alla stessa applicazione utilizzata dall’amico che ascolta una canzone, legge un contenuto o un libro. In questo modo la personalizzazione delle inserzioni è altissima, ma anche il senso di non essere lasciati in pace. Facebook rischia di diventare uno stalker?
Naturalmente non così. Ci sono molti modi di evitare il sovraccarico, non autorizzando le applicazioni, lavorando bene con i settaggi e limitando chi può vedere le nostre operazioni su Facebook, e alcune applicazioni, come Spotify, ora permettono di spegnere automaticamente la condivisione forzata.
Ma c’è comincia a pensare che le cerchie sociali di Google+ siano la risposta migliore a chi proprio non sopporta una rete sociale senza frizioni. E questo è il vero rischio che corre Facebook.