Che l’Italia fosse al palo nel mondo della banda larga era cosa nota ormai da tempo immemorabile. Un nuovo segnale, però, chiude il 2011 lanciando un allarme ultimo e definitivo: non solo l’Italia è in ritardo, ma avrebbe anche addirittura iniziato a fare i primi passi indietro. Ed un paese nel quale la banda larga va in diminuzione è un paese che sta rinunciando anche alle residue speranze.
I dati provengono dal report trimestrale AGCOM, sono datati 30 settembre, sono stati pubblicati soltanto in queste ore e dipingono un quadro del tutto preoccupante: nel terzo trimestre del 2011 gli accessi a collegamenti a banda larga in Italia sono stati misurati nel numero di 13.333, in calo rispetto ai 13.516 del trimestre precedente. Addirittura il dato riporta il paese indietro di vari mesi, pressoché alla situazione di fine 2010 quando gli accessi al broadband erano 13.259.
Non solo si è rimasti fermi, insomma, ma si è perso un intero anno di progressi, peraltro un anno nel quale si sarebbero dovuto mettere a frutto gli incentivi del 2010, che si sono dimostrati invece pertanto prelopiù inutili ai fini dell’obiettivo di promuovere e stimolare la cultura informatica tra la popolazione. Risulta pertanto svuotata di significato la lettura che l’AGCOM fa della situazione: «Negli ultimi dodici mesi la crescita della larga banda è stata intorno ai 0,3 milioni di accessi, superando i 13,3 milioni a fine giugno».
La velocità media degli accessi è leggermente aumentata, portando l’o86% della popolazione connessa oltre quota 2Mbit/s contro la media dell’80% di un anno prima. La presenza di Telecom Italia e di Fastweb scende per entrambe di 1 punto percentuale e mezzo, con Vodafone e Wind che recuperano invece complessivamente il 3,5%.
Le notizie sono più positive per quanto concerne la banda larga mobile: in un anno la crescita è stata del 9,8% circa (numero delle SIM attivate e correlate ad effettivo traffico dati registrato) con una crescita del traffico consumato pari al 54,4%