Un gruppo di cracker, probabilmente di origine saudita, nella giornata di ieri ha violato i sistemi informatici della borsa valori e dell’aviazione civile di Israele. Fortunatamente nessun dato di sicurezza nazionale, così come nessuna informazione sensibile su privati cittadini e operatori finanziari, sarebbe stata indebitamente sottratta. Ma la dimostrazione di forza è stata importante e la questione è destinata a lasciare strascichi.
L’attacco, che pare essersi limitato alla pubblicazione di documenti e dichiarazioni di stampo antisemita, non ha portato con sé nessun effetto funesto sul normale mercato degli stock exchange, così come sui voli presso gli aeroporti della nazione, entrambi proseguiti durante la giornata senza il minimo freno. L’iniziativa proveniente dall’Arabia Saudita, tuttavia, dimostra come anche una nazione super-ossessionata dalla sicurezza, così come la definisce l’Associated Press, sia comunque impotente di fronte agli effetti della criminalità cibernetica.
Non è la prima volta che Israele è vittima di simili azioni di rivendicazione. All’inizio del mese i cracker sopracitati, identificati con il nome di “group-xp“, aveva dichiarato di aver ottenuto accesso a oltre 400.000 codici di carte di credito di cittadini israeliani, definendo l’operazione come «un regalo al mondo per il nuovo anno, pensato per ferire le tasche Sioniste». In questo frangente, le autorità locali avevano dapprima escluso la possibilità del furto, per poi confermare la sottrazione di ben 15.000 account, di cui 6.000 pubblicati online dallo stesso team di cyber-criminali. L’azione ha provocato la contro-risposta di un cracker israeliano, definitosi come un soldato in onore di Israele, il quale la scorsa settimana ha pubblicato online le informazioni sensibili di centinaia di Arabi, Siriani ed Egiziani.
Sentori di un nuovo attacco si sono manifestati durante la mattinata di ieri, quando la compagnia aerea El Al ha deliberatamente sospeso il proprio sito Internet a seguito delle dichiarazioni dell’hacker OxOmar, il quale avrebbe preventivamente avvisato l’aviazione e la borsa degli imminenti attacchi. Il portale degli stock exchange è rimasto invece aperto, pur funzionando in modo intermittente per tutta la giornata.
Secondo le prime ricostruzioni, si tratterebbe di un gruppo di informatici simpatizzanti con le popolazioni della Palestina, determinati nel richiedere delle scuse ufficiali dal governo israeliano per i conflitti nella Striscia di Gaza. A dichiararlo è il Ministro degli esteri Danny Ayalon dalla sua pagina Facebook:
«Hanno richiesto delle scuse per le misure difensive di Israele. Uso questa piattaforma per lanciare un messaggio chiaro: non ci zittiranno su Internet»
Infine Gadi Evron, ex capo della sicurezza Internet del governo locale, ha bollato l’iniziativa come «nulla di particolarmente interessante né particolarmente pericoloso». Parole, ovviamente, fortemente significative.