Google saprà entro poche settimane se dovrà fare i conti o meno con l’autorità antitrust europea. Le investigazioni, infatti, si sarebbero prolungate meno del previsto e già entro il mese di marzo potrebbero essere comunicate al gruppo le prime conclusioni a cui è giunta l’Authority dopo poco più di un anno di indagini.
La tempistica è stata annunciata dal commissario antitrust europeo Joaquin Almunia, il quale ha confidato ai microfoni Reuters che «entro la fine del primo trimestre» si aspetta di avere in mano le prime carte ufficiali sul caso. Con tempi estremamente rapidi, insomma, la commissione si sarebbe mossa per dirimere le questioni sollevatesi da più parti attorno al motore di ricerca di Mountain View, al quale sono contestate condotte illecite di varia natura e su più fronti.
Almeno una decina le denunce presentate alle autorità europee da gruppi in qualche modo consideratisi irregolarmente lesi dalla presenza di Google sul mercato. Particolarmente interessante è il trapelato coinvolgimento di Google+ tra gli approfondimenti della Commissione, mentre al momento nulla è dato sapersi circa il nuovo Search plus Your World che tante attenzioni sta raccogliendo nelle ultime settimane (ed il cui profilo è in queste ore al vaglio dell’antitrust statunitense).
La Commissione Europea ha tra le proprie possibilità quella di sanzioni in grado di raggiungere il 10% dei profitti annui accumulati dalle aziende sotto indagine ed in passato le autorità si sono dimostrate ben poco disponibili nei confronti di Microsoft prima (con una indagine a suo tempo avviata da Mario Monti) e di Intel poi. Entro poche settimane Google saprà se sarà formalmente additata dall’UE, ed in tal caso avrà tempo e modo per avanzare le proprie tesi difensive.
In ballo vi sarà probabilmente soprattutto la capacità del gruppo di traghettare il proprio successo nel mondo della ricerca verso ambiti collaterali che il gruppo ha buon gioco ad imporre semplicemente plasmando le pagine del proprio motore: le indagini si estendono inoltre al settore dei viaggi (l’acquisizione della Ita Software ha scatenato forti polemiche in tal senso) ed arrivano alle recriminazioni dell’associazione spagnola degli editori contro Google News. Google+ è soltanto l’ultimo tassello in una trafila di contestazioni che formano ora il corollario di accuse di fronte a cui Larry Page dovrà difendere il proprio gruppo.