La chiusura di Megaupload e Megavideo , con il relativo arresto dei responsabili ed il sequestro dei loro beni ha acceso una scintilla e la guerriglia è deflagrata nel giro di pochissime ore. La vendetta degli Anonymous, infatti, non si è fatta attendere: oltre 5000 utenti hanno utilizzato l’apposito tool per la protesta organizzata ed hanno sferrato quello che il gruppo ha definito come il più grande attacco mai portato avanti.
Impressionante la forza d’urto dimostrata: pochi minuti dopo aver pubblicato la comunicazione ufficiale relativa all’operazione, infatti, il sito del Department of Justice era già stato affondato. Ma era soltanto l’inizio. Nelle ore successive (la tarda serata in Italia) sono stati affondati altresì altri siti gestendo organizzazione e comunicazione direttamente su Twitter. Al grido di “Tango down” gli Anonymous hanno infine messo a segno una serie di DDoS che nella notte hanno infine raccolto sotto l’appellativo di #OpMegaupload per snocciolare i risultati di una notte di autentica guerriglia digitale.
Questo, infatti, l’elenco completo delle entità prese di mira per mandare a segno l’immediata vendetta:
- Department of Justice (Justice.gov)
- Motion Picture Association of America (MPAA)
- Universal Music (UniversalMusic.com)
- Belgian Anti-Piracy Federation (Anti-piracy.be/nl/)
- Recording Industry Association of America (RIAA.org)
- Federal Bureau of Investigation (FBI.gov)
- HADOPI law site (HADOPI.fr)
- U.S. Copyright Office (Copyright.gov)
- Universal Music France (UniversalMusic.fr)
- Senator Christopher Dodd (ChrisDodd.com)
- Vivendi France (Vivendi.fr)
- The White House (Whitehouse.gov)
- BMI (BMI.com)
- Warner Music Group (WMG.com)
L’iniziativa dell’FBI è avvenuta in un momento particolarmente delicato: da poche ore si era spenta l’eco delle civili proteste anti-SOPA, i senatori erano in ritirata circa le indicazioni della PIPA e tutto sembrava volgere ad un clima più disteso su cui costruire il dialogo per la prossima bozza. La discesa in campo delle autorità cambia però il quadro della situazione poiché getta benzina sul fuoco e, al tempo stesso, mette in fuorigioco il sito che più di ogni altro calamitava le dinamiche pirata in tutto il mondo.
Mentre, come sempre, è presumibile una riorganizzazione dei download fluendo verso altri siti similari (spesso il terremoto ha breve durata ed in pochi giorni si identifica una nuova realtà presso cui cercare il materiale desiderato), il dibattito si sposterà giocoforza sui termini dell’incriminazione che ha portato all’arresto dei titolari del sito. Questi ultimi, infatti, dovranno rispondere alle normative vigenti, le quali saranno così messe alla prova in un contesto che prescinde da SOPA e PIPA.
La guerriglia notturna, però, difficilmente rimarrà fine a sé stessa: l’operazione di DOJ ed FBI lascia un segno e gli Anonymous hanno ora una nuova battaglia attorno a cui organizzare la propria “legione”.