Continuano i cambiamenti dalle parti di Mountain View: Google, che già nel recente passato aveva seguito medesima strategia, ha deciso di chiudere una decina dei suoi servizi sia originali che acquisiti, tra cui figurano Picnik, Social Graph API, Urchin e altri ancora. Ad annunciarlo è la stessa Big G dal proprio blog aziendale.
Le motivazioni alla scelta di Google sono le più disparate e, nella maggioranza dei casi, rispondono a logiche di “underusage”, ovvero di un numero di utenti attivi al di sotto di quanto sperato, oppure di eliminazione delle feature clone tra i vari servizi offerti dall’azienda. È il caso ad esempio di Social Graph API, che non ha visto “quel tasso di adozione che ci si aspettava”, così come di Message Continuity Service, utilizzata da poche centinaia di clienti.
Picnik sarà sicuramente la feature che gli utenti rimpiangeranno con più nostalgia. Si tratta di uno strumento di photo-editing web-based, ovvero un’applicazione online che consente di apportare modifiche di base – quali testi e forme – alle fotografie. La decisione di chiudere Picnik, acquisita lo scorso anno e prima feature offerta agli utenti di Yahoo Flickr, deriva dalla volontà di spingere altri servizi simili di Big G, quali ad esempio Picasa e il Google+ Creative Kit. Per questo motivo, l’intero team attuale verrà totalmente impiegato su questi due servizi, segno di come più che una morte effettiva ci si sta approcciando a un trasferimento di funzionalità. Per permettere agli utenti di salvare le loro creazioni, sia scaricandole in formato zip che passandole automaticamente su Google+, la disattivazione avverrà a primavera inoltrata, ovvero il prossimo 19 aprile.
Social Graph API, invece, sopravviverà un giorno in più: la chiusura è prevista per il 20 aprile. L’API, uno strumento per consentire agli sviluppatori di analizzare le informazioni pubbliche sulle connessioni fra gli utenti, non ha visto il successo che Google si attendeva, tanto da essere in perdita sulle più rosee stime, e quindi le sue risorse verranno impiegate altrove.
Urchin, acquisito nel 2005, è diventato la base per l’attuale Google Analytics, perciò non avrebbe molto senso continuare a mantenerlo in vita. Le sue funzionalità continueranno proprio sul portale delle statistiche targate Big G, mentre le licenze per la versione client verranno chiuse a marzo.
Tra i ritirati anche NeedleBase, uno strumento di analisi manageriale che verrà integrato invece in altri servizi di Google, mentre Sky Map si avvia verso un’evoluzione. L’applicazione Android, che conta oltre 20 milioni di utenti e che consente uno sguardo rapido al cielo grazie alle funzioni GPS e giroscopio, verrà resa opensource. Google collaborerà inoltre con la Carnegie Mellon University, per scoprire come l’app possa essere migliorata per incentivarne l’utilizzo dagli studenti in progetti scolastici.