Mentre negli Stati Uniti tiene banco la questione SOPA, con il Web a stelle e strisce che ha palesemente espresso la propria posizione contraria a un simile provvedimento, in Italia la situazione sembra essere destinata a divenire piuttosto simile a quella presente negli States. In questi giorni, infatti, l’Onorevole Giovanni Fava ha presentato in Parlamento un nuovo emendamento che, qualora dovesse essere approvato, potrebbe rappresentare davvero la versione italiana della legge SOPA.
Fulcro della questione è l’introduzione di leggi che consentirebbero ai provider di servizi legati al Web di rimuovere qualsivoglia contenuto dalla Rete a seguito di una semplice segnalazione da parte dei soggetti interessati. Qualora un provider dovesse ricevere un’apposita richiesta, insomma, sarebbe costretto a procedere con le maniere forti senza attendere una sentenza da parte delle autorità competenti ma soprattutto senza alcun diritto di verificare che quanto da rimuovere sia effettivamente illegale.
Come prevedibile è giunta immediata la protesta da parte del Web italiano, fortemente preoccupato per il profilarsi di una situazione che potrebbe minare seriamente il diritto di espressione online, ma non solo: sono diversi infatti gli schieramenti politici che si sono fermamente opposti a tale provvedimento, battezzandolo come un tentativo di stringere la morsa sui cittadini italiani presenti sul web. Il tutto potrebbe rappresentare inoltre un importante freno alla crescita del Web made in Italy, con una conseguente diminuzione dell’interesse da parte delle aziende dello Stivale in eventuali investimenti legati alla Rete.
Sia gli internauti che molti rappresentanti dei principali partiti politici, dunque, hanno già reso noto il proprio opporsi a quello che viene etichettato come un vero e proprio bavaglio alla Rete. Nel frattempo, l’Onorevole Fava ha incontrato nella giornata di ieri Lamar Smith, il “papà” del SOPA statunitense.