L’Unione Europea ha sottoscritto a Tokyo un documento che, ancora una volta, pare mettere in secondo piano la privacy degli utenti per difendere gli interessi delle multinazionali. ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement) è un trattato che, se approvato dal Parlamento Europeo, potrebbe consentire di agire nei confronti di chiunque commette una presunta violazione senza coinvolgere l’autorità giudiziaria.
L’ACTA è nato con l’obiettivo di bloccare ogni tentativo di contraffazione di beni, servizi e prodotti, includendo in queste categorie anche i diritti d’autore e i brevetti industriali. Sembra dunque un ennesimo tentativo di favorire le grandi aziende, tra cui le major discografiche e cinematografiche che, teoricamente, potrebbero obbligare i provider a fornire i nomi degli utenti che scaricano contenuti illegali da Internet.
Prima del voto finale previsto entro giugno, saranno necessarie altre votazioni preliminari, ma secondo Agorà Digitale “ACTA che avrà un impatto negativo sulla libertà di espressione, l’accesso alle medicine ma anche alla cultura e alla conoscenza”. Dopo la SOPA degli Stati Uniti e l’emendamento presentato in Parlamento dall’onorevole Giovanni Fava, l’attenzione si sposta ora sull’ACTA che ha già suscitato le prime reazioni contrarie alla sua eventuale approvazione.
L’avvocato Fulvio Sarzana esprime il suo timore, in quanto il trattato “modifica profondamente i rapporti tra i titolari del diritto d’autore o di brevetti e i soggetti che si ritiene stiano violando questi diritti. […] Principio base di ACTA è che gli intermediari non possano proteggere i nominativi di chi compie, a loro dire un’attività illecita, trasformando gli stessi intermediari in fonti di informazione privilegiata per perseguire eventuali violazioni”.
Per assurdo, ACTA potrebbe essere utilizzato contro i ricercatori che lavorano alla creazione di un farmaco generico, in quanto sospettati di violare il brevetto di un vaccino per l’AIDS. Le proteste aumenteranno di numero nei prossimi giorni e non mancherà un nuovo attacco degli Anonymous, già pronti a un’ennesima battaglia contro chi vuole limitare la libertà delle persone.