Agenda digitale: il Decreto Semplificazioni del governo di Mario Monti sembra procedere con cautela sul futuro della Rete, presentando degli interventi forse blandi rispetto alle più rosee aspettative della vigilia del Consiglio dei Ministri.
La grande novità è infatti quella dell’avvio di una Cabina di Regia, un ente che non peserà sulle finanze pubbliche pensato per coordinare gli interventi di regioni e province per l’attuazione dell’agenda digitale italiana:
«Con decreto del ministro dello sviluppo economico, di concerto con il ministro per la Pubblica amministrazione e la semplificazione, il ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca e il ministro dell’Economia e delle finanze è istituita, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, una cabina di regia per l’attuazione dell’agenda digitale italiana, coordinando gli interventi pubblici volti alla medesime finalità da parte di regioni, province autonome ed enti locali».
Poche altre sono le proposte per l’ammodernamento della Rete italiana, tra cui spiccano degli interventi per le città digitali, per la connettività, la pubblica amministrazione e la digitalizzazione universitaria. Dal testo del decreto, trapelato a seguito del Consiglio dei Ministri, si apprende infatti come saranno sette gli obiettivi dell’agenda digitale, di cui il Governo parlerà diffusamente entro i prossimi due mesi.
Il primo è l’incentivazione delle cosiddette “Smart Cities“, ovvero delle “comunità intelligenti” dove migliorare l’interconnessione dell’informazione per raggiungere risultati rapidi in tema di mobilità, risparmio energetico, cultura e digitalizzazione, con un occhio di riguardo alla Pubblica Amministrazione. Per raggiungere questo scopo, l’agenda digitale si propone il secondo obiettivo di favorire gli “Open Data“, ovvero dei database aperti che servano a valorizzare il patrimonio pubblico per creare servizi innovativi e interconnessi per la pubblica amministrazione, gli enti e le istituzioni.
Il terzo obiettivo sarà quello di favorire la partecipazione attiva dei cittadini ai processi decisionali tramite l’introduzione di funzioni di e-government, con lo scopo di rende trasparente l’intera amministrazione locale e centrale. A questo si aggiunge un’ottica orientata al cloud-computing, per permettere alle istituzioni di avere accesso a dati e servizi delocalizzati in modo rapido e istantaneo, migliorando così i servizi offerti.
Non mancano gli investimenti in tecnologie digitali per gli enti pubblici e nemmeno interventi volti allo sviluppo della banda larga, con l’annunciata “infrastrutturazione dell’ultimo metro” per garantire l’accesso facile alla Rete in grandi luoghi d’aggregazione pubblica, come scuole, università, spazi urbani e locali di pubblico utilizzo.
E proprio in tema di istruzione, il Governo si impegna a una digitalizzazione degli istituti e dell’apprendimento, in stretta collaborazione con il Miur. Le iscrizioni ai corsi universitari, ad esempio, vengono trasferite in via unicamente telematica, con la creazione di un portale unico in italiano e in inglese per agevolare gli studenti nella scelta del percorso di studi e nella ricerca di informazioni pratiche, quale l’accesso alle agevolazioni economiche. Diventano digitali anche gli esami universitari, con la verbalizzazione sia di scritti che di orali per modalità esclusivamente informatica.