I dati conservati dagli utenti su Megaupload potrebbero presto essere cancellati e perduti definitivamente. Non conta l’origine né la legittimità degli stessi: sulla base di quanto accaduto dopo il sequestro dei domini e dei beni dell’impero Megaupload, ivi compresi gli arresti di sette responsabili dell’iniziativa, la perdita dei dati conservati sui server sembra ormai essere qualcosa di ineludibile.
Secondo quanto spiegato dall’Associated Press, la cancellazione dei dati non sarebbe una azione diretta delle autorità, ma bensì una semplice conseguenza indiretta dell’operazione. Megaupload, infatti, conservava i dati caricati dagli utenti su server esterni, gestiti da gruppi quali la Carpathia Hosting Inc. e la Cogent Communications Group Inc. A seguito del congelamento dei beni e dei conti bancari di Megaupload e del responsabile primo Kim Dotcom, però, si è fermato anche il flusso dei pagamenti verso tali aziende a cui era stato affidata la gestione dello storage.
In mancanza dei pagamenti il servizio di archiviazione dei file potrebbe semplicemente essere interrotto. Ed il silenzio che in queste ore circonda i due gruppi indicati sembra preludere esattamente a tale conclusione.
Secondo quanto indicato dalle autorità federali, i dati potrebbero essere cancellati entro i prossimi giorni ed ogni eventuale problema in tal senso va risolto con i gruppi medesimi, poiché i dati non sono in alcun modo sotto sequestro: la perdita degli stessi è soltanto un effetto collaterale (calcolato o meno che sia). Ira Rothken, avvocato Megaupload, spiega che la tutela dei dati legittimi è negli interessi degli Stati Uniti e dei principi di libertà ivi espressi, confidando così in un accordo per sbloccare parte del danaro e continuare a servire gli utenti. Difficilmente, però, si potrà giungere a tale compromesso: riaprire i server significa riaprire in qualche modo Megaupload, cosa che a questo punto appare ormai come una soluzione del tutto remota.
Il Partito Pirata catalano ha già avviato nei giorni scorsi una proposta di class action contro l’FBI per tutelare tutti quegli utenti che intendono avere indietro i file legittimi depositati su Megaupload: foto personali, documenti aziendali ed altro ancora, tutto materiale che non ha motivo di rimanere sotto sequestro e che ora potrebbe anche andare definitivamente perduto. La proposta nata sulla penisola iberica ha già trovato seguito anche negli USA e la sfida all’FBI potrebbe ora spostarsi sul piano legale dopo che già gli Anonymous avevano lanciato le prime stilettate a colpi di DDoS.