La chiusura di MegaUpload ha rappresentato un danno non solo per l’azienda stessa, ma anche per i relativi utenti: benché largamente utilizzato per la condivisione di materiale protetto dal diritto d’autore, infatti, il servizio in questione ha rappresentato per migliaia di persone un importante punto di riferimento per il backup dei propri dati nella nuvola, con i server che ospitavano il portale colmi di materiale privato caricato dagli iscritti.
Materiale che rischia inesorabilmente di andare perduto per sempre qualora non venga concessa agli utenti la possibilità di prelevarne una copia. Ma quanto tutto sembrava ormai inesorabilmente destinato ad una chiusura prematura della questione, giungono le prime parziali rassicurazioni. O quantomeno un breve, ma fondamentale, rinvio dei titoli di coda.
La situazione, al momento, risulta essere infatti piuttosto complicata: da un lato, infatti, la società Carpathia Hosting (gruppo deputato allo storage dei dati caricati dagli utenti) reclama i pagamenti non effettuati da MegaUpload a causa del congelamento dei fondi da parte del DOJ; dall’altro, invece, le autorità non intendono mollare la presa sul servizio di hosting in attesa di una sentenza definitiva, tenendo congelati i capitali non senza possibili malcelate speranze di arrecare danno ulteriore all’impero di Kim Dotcom.
I dati degli utenti risultano dunque essere sospesi pericolosamente in un limbo che rischia di tramutarsi in una cancellazione permanente qualora non dovessero giungere novità a breve: la Carpathia ha infatti reso noto di voler venire incontro ai consumatori, mantenendo quanto archiviato ancora per qualche settimana, e nel frattempo i legali di MegaUpload stanno cercando di convincere le autorità a sbloccare momentaneamente le risorse economiche dell’azienda per consentire il recupero dei file legali posseduti dagli utenti.
«Ci piace pensare che gli Stati Uniti e MegaUpload collaborino per evitare una simile calamità nei confronti dei consumatori, con utenti innocenti che potrebbero perdere definitivamente l’accesso ai propri file, dai documenti di testo alle fotografie di famiglia» ha dichiarato Ira Rothken, legale di MegaUpload che da diversi giorni chiede un intervento da parte delle autorità che possa tutelare la porzione di utenza che fino ad oggi ha utilizzare il servizio per effettuare copie di backup dei propri dati personali senza violare alcuna legge.
In ballo, del resto, non vi è soltanto il futuro di MegaUpload e dei dati caricati nel tempo dagli utenti, ma dell’intera infrastruttura cloud statunitense: dinanzi ad una simile perdita di dati, infatti, potrebbe calare drasticamente la fiducia da parte degli utenti nei confronti delle aziende operanti nel settore, con danni economici irreparabili per un settore che proprio negli ultimi anni sta esplodendo e non ha ancora dimostrato tutte le proprie potenzialità.
Il Partito Pirata catalano sta nel frattempo alla finestra: se i dati regolarmente detenuti dagli utenti non saranno riconsegnati, la class action potrebbe scattare in automatico ed un apposito sito Web è stato organizzato per raccogliere quanti intendono tutelarsi innanzi alla legge per le perdite causate dal sequestro dell’FBI. Entro poche settimane tutto sarà più chiaro: la Carpathia Hosting non collaborerà ulteriormente se le autorità non daranno cenno di voler compiere un passo nei confronti dell’utenza.