Volunia sta per aprire i battenti. Il sito, dietro i cui meccanismi si celano gli algoritmi e la visione di Massimo Marchiori (già noto per i suoi lavori legati al PageRank di Google) viene presentato perlopiù come un motore di ricerca, ma la realtà sembra andare oltre questo semplicistico approccio. Il tutto assumerà contorni più chiari nelle prossime ore, quando saranno in molti i tester ad aver messo mano al progetto, ma fin da subito è possibile trarre dalle prime recensioni le linee guida di quello che si presenta anzitutto come un progetto italiano.
«Ogni sito che appare tra i risultati della ricerca ha il proprio bottone sociale: diventa rosso se sul sito ci sono persone collegate. E ne indica il numero»: il Sole 24 Ore, dopo le prime prove in anteprima (la presentazione avverrà nelle prossime ore e l’apertura all’utenza “power user” avviene in modo progressivo) spiega inoltre che «Volunia genera una mappa attiva del sito: le sezioni diventano “quartieri” ed è possibile seguire gli spostamenti delle persone. La mappa è attiva e navigabile». La navigazione, insomma, aggiunge alla ricerca una prospettiva ulteriore, aggiungendo una nuova dimensione nell’esplorazione delle informazioni.
Un po’ Google e un po’ Facebook
Un po’ Google e un po’ Facebook: «In ogni pagina è possibile aprire il box sociale con i commenti degli utenti: lì si può chattare, chiedere l’amicizia o lasciare un messaggio. Il sistema sociale è aperto: è possibile fare amicizia con persone che, visitando le stesse pagine, condividono gli stessi interessi. In tutto mondo». La novità introdotta è pertanto nel fatto che alla dimensione spaziale viene aggiunta quella temporale: quando due utenti condividono lo stesso spazio (il sito Web) possono condividere lo stesso tempo condividendo l’esperienza ed entrando in contatto. “Seek & Meet“, questo il biglietto da visita con cui Volunia porta avanti la propria prospettiva. I siti Web si fanno pertanto nuclei fondamentali di capannelli di persone che sulla piazza del Web definiscono dinamicamente il dibattito, lo sviluppo delle informazioni e l’emersione di un valore sociale strutturato direttamente sulle pagine online.
Quel che Volunia tenta di fare, insomma, è di trasformare definitivamente la Rete in un luogo. Non più mero strumento di canalizzazione delle informazioni, insomma, ma vero e proprio punto di incontro per le persone, così che l’informazione possa trapelare non soltanto dalle pagine, ma anche dalle persone che vivono le pagine stesse. La community viene ad assumere pertanto un valore fondamentale, poiché diventa un valore per il sito Web così come la clientela di un bar è valore proprio del bar medesimo.
Volunia intende mettere in contatto l’utenza non soltanto all’interno di una dinamica di community, ma anche in termini di contatto diretto tra visitatore e responsabile della pagina. Un widget sarà messo a disposizione per i siti che intendono partecipare al progetto, così che si possa andare sia oltre Google che oltre Facebook: perché la ricerca può non avvenire soltanto all’interno dei dettami di Google e le community possono svilupparsi anche al di fuori della sola trama sociale di Facebook.
I dubbi
Mettere in contatto le persone che leggono o che hanno letto le medesime pagine significa generare un valore nuovo che finora il Web non ha mai espresso realmente. Al tempo stesso la sfida in termini di tutela della privacy è di altissimo livello, poiché tener traccia di tale tipo di informazioni significa mettere in gioco un alto numero di valori.
L’esperimento merita credito poiché diverso, poiché nuovo, poiché italiano. Ma sarà un credito da guadagnare sul campo, così come in passato quando le idee di Marchiori trovarono estimatori a Mountain View ed entrarono a far parte dei meccanismi della rivoluzione del PageRank. Aggiungere una dimensione alla planarità spaziale del Web e trasformarlo in un vero e proprio luogo, infatti, comporta difficoltà non da poco. Chi ricorda il progetto Sidewiki di Google? Il tentativo era il medesimo: consentire una interazione che trasformasse i siti in una base per lo scambio sociale, ma tutto ciò non fece altro che aggiungere un enorme volume che nessuna community ha mai riempito.
Il valore delle community (ed il valore che sanno esprimere) è in gran parte valutabile in base alla solidità della trama sociale tessuta. Volunia va probabilmente a creare community volatili, poco caratterizzate e poco solide, le cui trame interne si potrebbero rivelare nel tempo del tutto intangibili. Questo è il rischio primo del progetto, che punta a creare una dimensione sociale in un settore ove in molti già ci hanno provato senza successo.
Rimane la bontà dell’idea, la quale tenta di dare risposta ad una domanda che si fa evidente da tempo: il volto umano della rete può arricchire il valore dei semplici algoritmi, ma finora il terreno dei codici non ha mai saputo maturare alcunché di valido.
Facebook, pensaci
Così come a suo tempo le idee di Marchiori furono un’utile base per Larry Page e Sergey Brin per costruire parte dell’attuale mondo Google, allo stesso modo l’idea odierna identificata in Volunia potrebbe rappresentare uno spunto interessante in prospettiva per Mark Zuckerberg. Solo Facebook, infatti, è riuscito a costruire un social network con una trama sufficientemente solida, un valore che ora sta per essere portato in Borsa con una quotazione da 100 miliardi di dollari. Se tale trama sociale venisse portata sul Web con le medesime ambizioni di Volunia, qualcosa di nuovo potrebbe effettivamente nascere, il tutto senza barriere all’ingresso e con in mano già 845 milioni di navigatori pronti a cercare nuovi contatti, nuove interazioni e nuove modalità di coinvolgimento.
Volunia, di per sé, può essere una direzione più che un percorso. L’idea di Marchiori avrà non poche difficoltà ad imporsi, ma se qualcuno negli Stati Uniti strizzasse l’occhio all’Italia potrebbe nascerne qualcosa di importante. Chissà mai se un giorno Facebook vorrà stringere amicizia con Volunia. Un account “power user” per Mark Zuckerberg potrebbe essere oggi un buon investimento.
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