Quando la cosa divenne nota alcuni anni or sono, furono in molti a guardare con sospetto a Facebook: il social network non eliminava il materiale immesso dagli utenti, ma su richiesta lo nascondeva soltanto, pur conservandolo sui propri server. Oggi che Facebook è arrivato ad una dimensione differente, ora che si quota in Borsa, ora che è una realtà affermata a livello internazionale, sapere che taluni dei vecchi problemi non sono ancora stati risolti suona nuovamente come un campanello d’allarme.
Secondo Ars Technica, alcune fotografie prima caricate e poi cancellate dal social network sarebbero oggi ancora conservate sui server del gruppo, il tutto a 3 anni circa dal giorno in cui, almeno in linea teorica, sarebbero dovute scomparire su comando del diretto interessato. A quanto pare, invece, le immagini non sono mai sparite: semplicemente celate alla vista dell’utenza, i file sarebbero ancora raggiungibili tramite link diretto a dimostrazione della loro presenza sul social network.
Facebook avrebbe offerto ad Ars Technica una spiegazione puntuale sull’accaduto. Semplicemente il vecchio sistema di cancellazione non funzionava a dovere e poco per volta l’intero archivio è stato spostato verso una nuova procedura. L’intero archivio, o quasi: parte dei contenuti più datati sarebbe rimasto “sequestrato” dal vecchio sistema e ad oggi, quindi, ancora presente sui server nonostante il comando di cancellazione.
L’opera di transizione sarebbe in corso ed entro circa due mesi il gruppo auspica di poter portare la totalità dei contenuti al nuovo regime (all’interno del quale i contenuti cancellati spariscono effettivamente dai server nel giro di circa 45 giorni).
Nei giorni scorsi Facebook ha presentato la propria candidatura alla quotazione pubblica a Wall Street ed all’interno della documentazione consegnata alla SEC ha ammesso che un possibile fattore di rischio per le proprie azioni ed il proprio valore di capitalizzazione è nella possibilità per cui eventuali problemi nella gestione della privacy possa far venir meno la fiducia degli utenti. Il caso emerso in queste ore è pertanto emblematico: se Facebook vuole avere in mano la fiducia degli utenti dovrà mettere nelle mani di questi ultimi anche il pieno controllo delle loro informazioni. Senza sbavature.