Massimo Marchiori ha tolto il velo ed ha presentato al mondo Volunia, la nuova idea attorno a cui intende costruire un modo nuovo di vivere l’esperienza del Web. Non è prettamente un motore di ricerca, non è prettamente un social network, non è prettamente uno strumento di navigazione: cosa non sia Volunia è chiaro, cosa sia è invece cosa tutta da scoprire a mano a mano che la community vi metterà su le mani. Perché la creazione di una community è elemento imprescindibile del nuovo modo di intendere il Web.
La presentazione è avvenuta presso l’Università di Padova, con tanto di diretta streaming per consentire a tutti di seguire i primi passi del nuovo progetto. L’inizio non è stato però dei migliori: un primo ritardo, seguito da problemi tecnici e fuorvianti dichiarazioni di circostanza, avevano “sgonfiato” la grande attesa e moltiplicato i tweet di disappunto nei confronti del progetto. Poi prende la parola Massimo Marchiori, la mente prima del progetto Volunia, ed il concept assume una forma compiuta. E sebbene la metafora possa non essere del tutto simpatica, la scelta si rivela azzeccata: siamo tutti delle galline che Volunia intende liberare sull’aia del Web.
Galline imprigionate da Google e Facebook. Galline che hanno sempre cercato in un certo modo e che vivono la socialità che i social network impongono. Galline mai libere di spostarsi e per questo incapaci di volare. Quel che Volunia vuol consentire è una visione nuova del Web, un taglio innovativo che consenta ad ogni utente di librarsi in volo, incontrare altri utenti, viaggiare da un sito ad un altro e giungere ove desiderato, quando desiderato.
Galline che potranno accedere a Volunia in cerca di libertà fin dalle prossime ore. Ma su invito, poco alla volta, per calibrare al meglio codice e struttura mentre il test va ad iniziare.
“Seek & Meet”
“Seek & Meet”: così si presenta Volunia. L’idea di fondo è quella per cui il Web possa essere esplorato, il che evolve il concetto di ricerca poiché trasforma una semplice azione evolvendola in qualcosa di concettualmente simile più ad una vera e propria esperienza. Cercare su Volumia significa sì prendere spunto da una query, ma esplorando in seguito un sito nella sua complessità, trasformandolo in una mappa concettuale per avere più punti di riferimento e consultandone lo schedario per visualizzare uno ad uno gli elementi costituenti.
La metafora della mappa è di per sé potente: se è vero che aggiungere i limiti di un piano bidimensionale ad una ricerca significa limitare l’azione dell’utente, al tempo stesso consente di far “volare” la gallina. Vedere dall’alto il sito che si sta esplorando consente di viverlo, significa contestualizzare il documento in una situazione complessa, significa creare relazioni. Una sidebar sul motore consente di scindere i media dalle pagine ed una apposita colonna permette di incontrare gli altri utenti “di passaggio”. La dimensione sociale di Volunia nasce su questo assunto: due persone nello stesso “luogo” virtuale coltivano probabilmente il medesimo interesse. E per questo motivo potrebbero essere interessate a stringere maggiormente i loro rapporti.
“Seek”: Volunia e Google
Massimo Marchiori, i cui studi sono stati tempo fa alla base del PageRank di Google, fa ripetuti riferimenti al motore di Mountain View. Non per lanciare una sfida, né per cercare un impossibile confronto: semplicemente si vuol mettere in risalto l’approccio differente che si fa della ricerca online. Volunia non è un motore semantico né ambisce oggi ad offrire risultati migliori rispetto a quelli del leader del settore, ma al tempo stesso c’è la volontà di arricchire l’esperienza dell’utente proponendo qualcosa di nuovo.
Non sarà creando un Google migliore che si convincerà l’utenza ad abbandonare l’inerzia attuale: serve qualcosa di diverso, e Volunia pensa di avere in mano quel che serve per sovvertire gli ordini odierni. Non un Google migliore, insomma, ma un motore di ricerca che fa della dimensione sociale la sua forza.
Ed in questo aspetto si cela anche la maggior sfida lanciata contro il motore di Mountain View: se l’intenzione è quella di soppiantare Google in qualità di “guida” al Web ed homepage precostituita della Rete, l’esplorazione proposta è una realtà del tutto nuova che aggira l’attuale modo di accedere alle informazioni. Un sovvertimento vero e proprio, insomma: quel che Volunia deve inseguire per cercare di innaffiare le proprie speranze di riuscita.
“Meet”: Volunia e Facebook
Quel che Volunia intende aggiungere alla ricerca è la dimensione sociale. Il Web deve essere un luogo sul quale l’utenza possa avere la possibilità di incontrarsi, trasformando ogni sito ed ogni file in una possibile occasione di scambio e conoscenza. Appositi strumenti messi a disposizione tenteranno quindi di mettere in luce tutto il fermento umano che il Web nasconde dietro le proprie pagine, dando una vera e propria fisicità alla community ed una dimensione spaziale alle entità. Non a caso il motore consentirà di esplorare i siti come fossero mappe: la Rete diventa un luogo ed in questo luogo si possono incontrare nuove persone.
La community deve nascere pertanto all’interno del luogo virtuale della Rete: non ci si porta appresso le amicizie del mondo reale così come su Facebook, ma si coltiva una community del tutto nuova sulla base degli incontri che si fanno in Rete. Si possono conoscere utenti nuovi e li si può “seguire” durante la loro navigazione, aprendo così ad un nuovo modo di esplorare il Web.
Volunia e mille dubbi
Manca la qualità di Google, manca la socialità di Facebook. Sebbene Marchiori esprima con forza la metafora delle galline, al tempo stesso il tutto appare come una forzatura soprattutto dell’idea di Facebook, visto semplicisticamente come una trama sociale che ereditiamo dalla realtà e che ci si porta appresso non come un valore, ma come una nuova gabbia.
Se la qualità della ricerca non è quella di Google e la socialità non è quella di Facebook, quale valore potrà portare l’utenza sul nuovo motore? Se la necessità è quella di offrire una nuova esperienza di “Seek & Meet”, entrambe le facce della medaglia dovranno trovare sinergie da mettere in campo per imporre l’idea. Se Google ha fallito con Sidewiki, poco importa: erano altri tempi, ora vi sono atteggiamenti e contesto più maturi per potercela fare. Ma le risorse da mettere in campo sono poche. E potrebbe inoltre essere tardi.
Se Facebook volesse creare un simil-Volunia, potrebbe farlo in pochi giorni e con una potenza di fuoco ben maggiore. Se Google volesse creare un simil-Volunia, potrebbe farlo mettendo in campo idee e progetti già disponibili. Entrambi al momento stanno però pensando soprattutto al social networking, perché è questa la piattaforma più complessa da creare: le trame sociali sono un cliente difficile e ben pochi progetti sono riusciti in questo ambito.
Cosa può fare Volunia per crescere e consolidare la propria utenza? I legami che si creano a seguito di incroci semi-casuali sul Web non sono forse troppo fragili per poter dar vita ad una struttura vera? La dimensione social non è forse troppo debole per poter sorreggere l’enorme responsabilità che Volunia vi sta caricando su? I punti interrogativi si sprecano e soltanto una prova sul campo potrà eliminarne qualcuno.
Volunia? Per noi sarà Volumia
Volunia merita rispetto: perché nasce in ambiente accademico, perché basata sul pedigree di Massimo Marchiori, perché rivendica orgoglio italiano. Volunia merita un’occasione perché porta avanti un’idea che fin dall’inizio abbiamo descritto come meritevole: vediamo Volunia, però, più come direzione che non come percorso, perché per camminare sul mercato serve avere le spalle solide ben oltre quel che oggi l’Italia ed un esperimento accademico possono fare. Onore al merito, però, e pieno rispetto per chi ci sta provando.
Volunia ha infatti un merito, a prescindere: mette in luce una dimensione del Web che spesso e volentieri nessuno considera. Vorremmo da par nostro poter chiamare il progetto come “Volumia”: perché sulla base del Web sta provando a costruire l’altezza social. Qui non si tratta di volare alto: qui si tratta di dar corpo ad un volume trasparente, nascosto ed intangibile.
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