USA, 75 firme contro SOPA e PIPA

Una nuova lettera firmata da 75 tra associazioni ed aziende attive nel web chiedono al Congresso di rivedere le proposte di legge SOPA e PIPA.
USA, 75 firme contro SOPA e PIPA
Una nuova lettera firmata da 75 tra associazioni ed aziende attive nel web chiedono al Congresso di rivedere le proposte di legge SOPA e PIPA.

Le proposte di legge SOPA e PIPA sono state rimandate, ma non per questo accantonate. Negli Stati Uniti prosegue infatti la polemica circa la bontà di simili provvedimenti, i quali rischiano seriamente di compromettere la libertà di espressione online. Per alzare ulteriormente il volume della protesta giunge dunque una lettera aperta rivolta al Congresso degli Stati Uniti d’America (PDF) nella quale 75 tra aziende ed associazioni esprimono il proprio parere contrario a tali leggi e chiedono una sensibile revisione di quanto proposto fino ad oggi.

Nomi quali Mozilla Foundation, Automattic, Electronic Frontier Foundation, Open Congress, O’Reilly Media, Human Rights Watch, Internet Archive, Twitpic e molti altri ancora si uniscono dunque, qualora non l’avessero già fatto in precedenza, all’ampio gruppo di oppositori che vedono nelle proposte SOPA e PIPA due armi nelle mani delle major piuttosto che due strumenti utili a combattere la pirateria digitale. Un gruppo che comprende sia aziende di primo piano nell’industria legata al Web, sia privati cittadini, con circa 115 mila siti statunitensi che hanno aderito alla protesta.

Nella lettera in questione si chiede dunque al Congresso di «trarre un respiro, fare un passo indietro ed iniziare ad affrontare il problema in un’ottica diversa»: l’obiettivo finale non è quindi quello di spingere le autorità statunitensi ad abbandonare la lotta alla pirateria, bensì quello di innestare un’idea differente all’interno degli organi decisionali statunitensi, invitandoli a mantenere sempre in primo piano la libertà dei navigatori. In ballo, infatti, vi è il futuro della Rete a stelle e strisce e la coalizione ritiene assolutamente illegittimo che il tutto venga discusso a porte chiuso da un gruppo di parlamentari quando sono state sollevati numerosi interrogativi da parte di esperti del settore.

Il Congresso, poi, avrebbe concesso maggiore attenzione alle richieste delle major di colmare alcune lacune nel sistema legislativo statunitense piuttosto che alle richieste da parte dei cittadini di mantenere saldo il diritto alla libertà di espressione nel Web. Il messaggio che compare tra le righe della lettera è dunque quello di una maggiore apertura da parte del Congresso ad una sorta di dibattito aperto circa le possibili misure da mettere in atto per rallentare il fenomeno della pirateria online senza intaccare i diritti fondamentali dei navigatori.

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