La BBC ha scritto nuove regole per il suo giornalismo 2.0 e Twitter è il primo problema affrontato: d’ora in avanti i dipendenti del broadcast non potranno twittare una breaking news (una notizia nuova) prima di aver scritto per la testata nelle forme e modalità previste. La rincorsa per bruciare la concorrenza cede il passo alla necessità di salvaguardare il valore della notizia.
Alla crossmedialità seguirà quindi una nuova era di separazione? Certamente la notizia, che è arrivata 24 ore dopo quella che riferisce di una istruzione interna a Sky News perché i giornalisti smettano di re-twittare notizie di altri tramite il proprio account, mostra uno scenario inedito nel giornalismo online: giunti a un forte livello di integrazione, le testate giornalistiche sembrano essersi accorte della reputazione personale dei loro dipendenti grazie ai social network, e così sono corse ai ripari. Insomma, sono diventate gelose.
Rory Cellan Jones, caporedattore della sezione tecnologica del sito della BBC, spiega così la situazione:
«Abbiamo fatto un sacco di errori, dal news editor che inavvertitamente disse al mondo i risultati di alcuni colloqui di lavoro, ai diversi giornalisti che hanno imparato la dura lezione per cui Twitter è un luogo pubblico e non uno spazio aereo privato. La Corporation è giunta a questa conclusione: Twitter e gli altri social network possono essere strumenti brillanti per le emittenti, purché ci ricordiamo di applicare le stesse regole di qualsiasi altra forma di radiodiffusione. (…) È giusto, ad esempio, scrivere una notizia su Twitter prima che raggiunga le nostre piattaforme?»
La risposta implicita, secondo l’azienda, è ovviamente “no”. Tant’è che la nuova linea guida è già stata pubblicata, ma contiene alcune precisazioni, aggiornate dopo il clamore suscitato. La BBC infatti tiene a precisare che la “Linea guida per l’uso di Twitter” non ha l’obiettivo di impedirne l’uso, bensì di fare in modo che il suo utilizzo sia efficace al massimo per il successo della testata, che ha una vasta gamma di piattaforme anch’esse orientate a pubblicare e informare il più velocemente possibile.
La questione è stata risolta così: se il giornalista dispone di tutti gli strumenti per scrivere e pubblicare negli editor della piattaforma – comunque a sua volta loggata con i singoli account twitter degli autori per garantire la pubblicazione simultanea – la priorità è per la piattaforma; in caso di difficoltà tecniche, ad esempio in uno scenario di guerra, cade la priorità e un tweet prima di tutto il resto va bene. Si parla di differenze di pochi secondi, ma sono preziosi. Anche se la guida non è perentoria:
«Dobbiamo assolutamente capire il valore delle ultime notizie su Twitter, sia nei termini della nostra attività come @ BBCBreaking, sia nei termini dei nostri giornalisti individuali, che diventano fonti di notizie per i loro follower. Questa guida è assolutamente compatibile, ma va ricordato che stiamo parlando di orientamento attuale, non di tavole della Legge.»