Hadopi, la legge francese voluta da Nicolas Sarkozy per combattere la pirateria in Rete, arriva alla prova del nove: sono infatti stati rinvenuti i primi utenti giunti al terzo avvertimento. La normativa, che prevede tre segnalazioni consecutive degli utenti in odor di download illegale, a questo punto obbliga la trasmissione dei dati degli user coinvolti all’autorità giudiziaria, con la conseguente multa di 1.500 euro e la chiusura temporanea di qualsiasi contratto per l’accesso a Internet.
Sarebbero 165 i downloader coinvolti, ovvero coloro che non hanno desistito dall’utilizzo delle reti P2P per lo scambio di materiale protetto da copyright nonostante il terzo avvertimento. Da ottobre 2010, sono state oltre 470 mila le segnalazioni Hadopi inviate al primo turno via mail e 20958 quelle di seconda istanza, inoltrate questa volta per modalità cartacea. E c’è chi parla già di fallimento di un “provvedimento pedagogico” che, a quanto pare, sembra avere un appeal deterrente davvero esiguo.
Un supposto fallimento che, secondo alcune testate francofone, potrebbe anche risentire del periodo di campagna elettorale. Arrivati al terzo avvertimento, infatti, la giustizia può scegliere se proseguire per via ordinaria – con tutte le conseguenze del caso per un processo penale – oppure scegliere la via semplificata, che si limita a comminare a tutti la stessa multa e a interrompere i contratti di fornitura con i provider. Entrambe, tuttavia, avrebbero una risonanza mediatica tale da spaventare la compagine di Sarkozy in periodo di caccia al voto e, per questo, pare che la trasmissione dei dati alle autorità abbia subito un insolito rallentamento. Un fatto che pare essere indirettamente confermato a “Le Figaro” anche da Marie-Françoise Marais, attuale presidente Hadopi, che spiega come l’obiettivo sia quello di confrontare con la giustizia un numero davvero esiguo di casi:
Sulla terza fase saremo estremamente prudenti. Il nostro intento non è quello di mandare il massimo degli utenti davanti al tribunale, ma solo un numero relativamente ristretto.
Una dichiarazione sufficiente a far sbizzarrire le testate d’oltralpe che, oltre a rilevare come l’Hadopi non abbia alcuna forza deterrente con la sua portata effettiva su un nugolo ristretto di utenti, sottolineano come Sarkozy si voglia liberare di una patata bollente. Sarà anche colpa delle recenti proteste parigine contro l’ACTA, che han messo in cattiva luce il governo proprio in campagna elettorale, ma pare che il Presidente sia ora davvero restio ad attaccare il popolo di Internet, sebbene nemmeno un paio di anni fa avesse deciso di procedere a passo di cingolato proprio contro gli sharer. A rinverdire il resto della querelle ci pensa Le Point:
In molti speculano sul fatto che l’Hadopi non oserà mai prendere la parola in periodo elettorale, così da non ostacolare la campagna di Nicolas Sarkozy.
A conti fatti, le esigenze della politica avrebbero la meglio sulle istanze della giustizia e, senza nemmeno attendere l’esito dei primi processi, la Francia ha già emesso una sentenza: il “dispositivo pedagogico” dell’Hadopi è morto, almeno nel suo impianto etico.