Viviane Reding è intervenuta nel dibattito sull’ACTA dall’alto della sua posizione in qualità di Commissario europeo per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza. Un intervento equilibrato che sembra voler mantenere una ferma equidistanza tra le varie posizioni a favore e contro il trattato, ma che chiude con una presa di posizione importante: l’ACTA sarà passata al vaglio secondo modalità specifiche prima che il Parlamento Europeo abbia da esprimersi in proposito con un voto definitivo.
La Reding sottolinea con forza la propria intransigenza circa alcuni punti fermi su cui l’UE non intende muovere le proprie posizioni: la libertà dell’accesso ad Internet e la libertà dell’informazione sul Web non sono concetti negoziabili. Non che l’Unione Europea non intenda difendere in modo adeguato il copyright, anzi, ma su questo punto v’è una questione di precedenza sulla quale ogni dibattito è destinato a cadere nel nulla: la proprietà intellettuale non può essere anteposta alla libertà degli utenti.
Tuttavia, l’intervento pubblicato sul sito della Commissione Europea approfondisce ulteriormente la questione, guardando da un’altra angolatura questo scontro tra diritti per auspicare un approccio diverso alla materia: la libertà di informazione e la proprietà intellettuale sono due diritti che non bisogna mettere in competizione e, anzi, occorre trovare un modo per farli collaborare in modo costruttivo.
Le parole del Commissario Reding sono del tutto esplicite nei confronti dell’Hadopi francese, giunta in molti casi al terzo strike e vicina pertanto al passo decisivo verso le sanzioni: l’UE non può accettare una opzione quale il blocco della rete e su questo assunto si chiude la questione. La Francia, insomma, dovrà fare i conti con le autorità europee se intende portare al prossimo livello l’attività della propria autorità interna di monitoraggio delle attività di download illegale sul Web. E certamente questo approccio non sarà mai parte delle normative comunitarie.
L’ultima nota è riservata all’ACTA. A tal proposito la Reding spiega di appoggiare l’intenzione palesata da molti membri del Parlamento Europeo, da cui sarebbe giunta richiesta di portare la questione di fronte alla Corte di Giustizia per avere un’opinione legale sul testo del trattato firmato a Tokyo.
Quel che il Parlamento Europeo vuole sapere con chiarezza è se l’ACTA possa o meno limitare la libertà di espressione e la libertà di Internet. Sembra essere questo un passaggio del tutto fondamentale: se la Corte di Giustizia darà il benestare, con ogni probabilità il Parlamento Europeo non avrà altri argomenti da giocarsi per affossare il trattato ed il voto andrebbe pertanto liscio verso l’approvazione. Se invece la Corte di Giustizia ravvisasse potenziali pericoli per la libertà online, allora l’ACTA sarebbe probabilmente al tramonto.