Combattere la pirateria digitale: è questo l’imperativo categorico imposto da numerosi servizi di hosting online che fino ad oggi hanno rappresentato un importante bacino per la distribuzione di contenuti protetti dal diritto d’autore. Diverse sono le misure precauzionali prese dai diversi nomi attivi nel settore, tra i quali figura anche Rapidshare. Dopo aver preso le distanze dal caso Megaupload, dichiarando la propria estraneità ai fatti, quest’ultimo ha annunciato di voler ridurre la banda a disposizione degli utenti per scoraggiare la distribuzione di file in maniera illegale.
Nel corso degli ultimi giorni, infatti, numerosi utenti hanno registrato una sensibile diminuzione della velocità di download dei file dai server di Rapidshare. Benché le prime ipotesi abbiano toccato gli aspetti più disparati, la società ha immediatamente replicato proponendo la propria versione dei fatti: la banda a disposizione è effettivamente diminuita per tutti gli utenti non in possesso di un account premium, ma l’obiettivo non è quello di invitare questi ultimi ad effettuare l’upgrade bensì quello di ostacolare la distribuzione di file di grosse dimensioni.
In media, gli utenti free nel corso degli ultimi giorni non sono riusciti a raggiungere velocità di download superiori ai 30 Kbps, rendendo di fatto difficile il prelievo di film, applicazioni o quant’altro possa occupare diverse centinaia di MB sui server della società. In questo modo, spiega un portavoce di Rapidshare, si spera che i pirati digitali possano spostarsi altrove, caricando file protetti da copyright presso i server di altri cyberlocker. Rapidshare, insomma, vuole continuare ad operare in qualità di servizio che offre la possibilità di condividere file in maniera legale, scoraggiando violazioni di ogni genere da parte degli utenti.
Il teorema di Rapidshare poggia le proprie fondamenta su un assunto il quale è ancora tutto da dimostrare: secondo i gestori del servizio, infatti, coloro che utilizzano portali di questo tipo al fine di scaricare contenuti protetti dal diritto d’autore in genere preferiscono non pagare per ottenere un account premium, motivo per cui la stragrande maggioranza dei reati vengono effettuati utilizzando account gratuiti oppure senza effettuare alcuna registrazione. Trattasi dunque di un sillogismo che per il momento non sembra essere in contrasto con la realtà dei fatti, ma che il tempo potrebbe tuttavia smentire clamorosamente.
Tale ostacolo, poi, non si pone nel momento in cui si cerca di scaricare gratuitamente un file caricato da un utente premium: un portavoce di Rapidshare ha infatti reso noto che qualora il proprietario di un file abbia fornito alla società le proprie informazioni per effettuare il pagamento, qualsiasi utente potrà scaricare lo stesso nella medesima maniera di quanto disponibile in precedenza. Una scelta, questa, che potrebbe lasciar trapelare tra le proprie righe un messaggio che rischia di essere un clamoroso autogol: Rapidshare vuole ostacolare la pirateria, ma la accetta qualora gli utenti siano disposti ad esporsi in prima persona.