La nuova policy per la privacy è stata adottata da Google. Il documento è stato spiegato ormai da tempo e la scadenza del primo marzo era nota, ma da più parti erano giunte chiare richieste al gruppo affinché rinviasse l’adozione della nuova policy nel nome della precauzione: le autorità di controllo non si sono mai dette esplicitamente contrarie (ma nemmeno a favore) al nuovo documento, ma hanno invece chiaramente chiesto tempo ulteriore per poter indagare.
Google ha risposto colpo su colpo, ma ha fatto orecchi da mercante: tempo scaduto, la nuova policy è cosa fatta. Da oggi in poi cambiano sostanzialmente due cose:
- Tutti i siti facenti capo a Google avranno un documento solo nel quale si descrivono le modalità di gestione dei dati, il che rende il tutto estremamente più comprensibile: circa 60 documenti sono stati accorpati nell’unico documento oggi proposto ad ogni iscrizione;
- Tutti i siti facenti capo a Google condivideranno i dati raccolti, creando un solo grande calderone; la conseguenza è anzitutto una miglior profilazione degli utenti, elemento che consentirà a Google di monetizzare al meglio la monetizzazione dei propri spazi promozionali;
«A gennaio abbiamo annunciato l’imminente aggiornamento delle norme sulla privacy di Google e dal 1 marzo queste modifiche diventano effettive. Consci dell’importanza di modifiche di questo tipo, abbiamo intrapreso il più grande sforzo comunicativo nei confronti degli utenti mai attuato prima: gli utenti ricevono una notifica quando accedono al proprio account o quando utilizzano servizi come la Ricerca e abbiamo inviato una email a coloro che dispongono di un account Google. Se utilizzate Gmail, YouTube o qualsiasi altro servizio Google avrete senza dubbio sentito parlare di questo aggiornamento». Google spiega di aver ricevuto «grande attenzione» sul tema e di aver accolto positivamente il modo in cui le autorità di tutto il mondo hanno sollevato osservazioni sulla nuova policy. Occorre infatti ricordare nell’ordine:
- Il monito della Federal Trade Commission
- La diffida della Commissione Europea
- L’ammonizione della CNIL
- I dubbi del Giappone
Nel proprio intervento odierno di presentazione della policy Google ricorda i propri buoni intenti: innanzitutto d’ora in poi sarà molto più facile utilizzare i servizi in modo integrato («Oggi, ad esempio, è possibile aggiungere immediatamente un appuntamento al Calendario Google quando in Gmail si riceve un messaggio che annuncia una riunione. È possibile condividere indicazioni stradali con una delle proprie cerchie di Google+ senza abbandonare Google Maps. O ancora, è possibile prendere direttamente l’indirizzo di email di qualcuno che si vuole invitare a condividere un documento su Google Documenti da Gmail. Tutto questo è semplicissimo e intuitivo e consente di risparmiare tempo»); inoltre la semplificazione genera trasparenza e la trasparenza è la base di una buona policy. Tale aspetto è stato peraltro benedetto anche dalle autorità europee, le quali hanno però puntato il dito contro la “brutalità” con cui Google ha imposto il cambiamento. Sull’altra sponda non si vede invece traccia di brutalità, anzi: Google ricorda di aver annunciato più e più volte ad ogni utente il cambio in corso e ricorda che ognuno ha la possibilità di scegliere per sé:
Il nostro approccio alla privacy non cambia. Queste modifiche non comporteranno la raccolta di nuove informazioni, non modificheremo le impostazioni della privacy delle persone né venderemo le informazioni personali dei nostri utenti agli inserzionisti. Desideriamo solo utilizzare le informazioni di cui siamo già in possesso per migliorare la loro esperienza come utenti.
Chi non ritiene che la condivisione di informazioni possa migliorare la sua esperienza come utente non è obbligato a eseguire l’accesso per utilizzare servizi quali Ricerca Google, Google Maps e YouTube.
La firma al documento (disponibile in versione integrale nella pagina successiva) è di Alma Whitten, Director of Privacy for Products and Engineering. E la palla passa ora alle autorità: se la FTC e la Commissione Europea avevano intravisto possibili illeciti dovranno ora notificarli dettagliatamente, poiché Google ha deciso di forzare la mano e di imporre la propria scelta.
La CNIL, riferimento identificato dall’UE per il dialogo con Google, in proposito si è già espressa in modo del tutto diretto come a lanciare un avviso estremo al gruppo: la nuova policy viola le normative europee, Google è avvisata. Ma anche l’UE è avvisata: un supplemento ulteriore di indagine diviene a questo punto un passo obbligato.
Alma Whitten, Director of Privacy for Products and Engineering di Google, spiega così la nuova policy, gli intenti del gruppo e ciò che cambia per gli utenti:
Mi occupo dei progetti Google relativi a privacy e sicurezza dei dati fin da quando sono entrata a far parte dell’azienda, nel 2003. Nel corso degli anni, a mano a mano aumentavano il numero dei servizi offerti e quello degli utenti, ci siamo resi sempre di più conto di quanto sia importante guadagnarsi e conservare la fiducia delle persone. Questa consapevolezza ci ha portato a creare strumenti innovativi che consentono alle persone di mantenere il pieno controllo delle proprie informazioni e a lavorare con impegno affinché gli utenti comprendano facilmente i nostri impegni relativamente alla privacy.
A gennaio abbiamo annunciato l’imminente aggiornamento delle norme sulla privacy di Google e dal 1 marzo queste modifiche diventano effettive. Consci dell’importanza di modifiche di questo tipo, abbiamo intrapreso il più grande sforzo comunicativo nei confronti degli utenti mai attuato prima: gli utenti ricevono una notifica quando accedono al proprio account o quando utilizzano servizi come la Ricerca e abbiamo inviato una email a coloro che dispongono di un account Google. Se utilizzate Gmail, YouTube o qualsiasi altro servizio Google avrete senza dubbio sentito parlare di questo aggiornamento.
Come risultato, le modifiche alle nostre norme sulla privacy sono state al centro di una grande attenzione, che giudichiamo in modo positivo perché la privacy è importante. Tuttavia, ciò ha anche dato luogo ad alcuni fraintendimenti. La cosa più importante da tenere a mente è che facciamo tutto questo per rendere più comprensibile il nostro atteggiamento e i nostri impegni relativamente alla privacy e perché Google sia ancora più efficace per gli utenti.
Prima di tutto, la semplicità. Google nasce nel 1998 come motore di ricerca. Da allora abbiamo aggiunto una vasta gamma di servizi: Gmail, Google Maps, Chrome, Google Documenti, Android e Google+, solo per citarne alcuni. Al lancio di ogni nuovo servizio abbiamo introdotto nuove norme sulla privacy. Lo stesso ogni volta che abbiamo acquisito un servizio: mantenevamo le norme esistenti.
Così facendo, però, si è arrivati al punto in cui leggere tutte queste norme era diventata un’impresa interminabile. Per questo motivo, nel 2010 abbiamo compiuto un primo passo verso la semplificazione, raggruppando una decina di norme di servizi specifici nelle nostre Norme sulla privacy principali. Anche così, però, rimanevano ancora esclusi oltre 70 norme distinte. Il 24 gennaio abbiamo annunciato di aver riscritto con un linguaggio più semplice le Norme sulla privacy principali di Google e di avere consolidato in una le norme di oltre 60 servizi specifici. A partire da oggi è disponibile un unico documento completo che illustra l’impegno in difesa della privacy che adoperiamo nella maggior parte dei servizi Google.
In secondo luogo, il nostro obiettivo è creare un’esperienza migliore per gli utenti. Nella maggior parte dei casi, le nostre norme sulla privacy ci consentivano già di combinare le informazioni raccolte in relazione a un determinato servizio con le informazioni di altri servizi quando gli utenti erano connessi all’account Google. Microsoft, Yahoo e altre aziende del Web fanno altrettanto. Questo ci consente di trattare una persona che usa diversi servizi Google come un singolo utente quando è connessa.
Oggi, ad esempio, è possibile aggiungere immediatamente un appuntamento al Calendario Google quando in Gmail si riceve un messaggio che annuncia una riunione. È possibile condividere indicazioni stradali con una delle proprie cerchie di Google+ senza abbandonare Google Maps. O ancora, è possibile prendere direttamente l’indirizzo di email di qualcuno che si vuole invitare a condividere un documento su Google Documenti da Gmail. Tutto questo è semplicissimo e intuitivo e consente di risparmiare tempo.
Tuttavia, le nostre precedenti norme sulla privacy limitavano la possibilità di combinare le informazioni all’interno di un account per due servizi: la Cronologia web (cronologia delle ricerche per gli utenti che utilizzano il motore di ricerca quando sono loggati nel proprio account) e YouTube, un servizio che abbiamo acquisito nel 2007. Quindi, se un utente loggato cercava ricette di cucina su Google, le nostre vecchie norme sulla privacy non ci consentivano di suggerire video di ricette quando l’utente visitava YouTube, anche se era loggato e utilizzava lo stesso account Google per entrambi i servizi.
Ora la nostre Norme sulla privacy aggiornate rendono chiaro che quando un utente è connesso possiamo combinare le informazioni fornite in un determinato servizio con le informazioni di altri nostri servizi. Riteniamo che questo porterà a rendere più utili informazioni di vario tipo: risultati di ricerca, annunci e qualsiasi altro elemento di interesse per l’utente.
Il nostro approccio alla privacy non cambia. Queste modifiche non comporteranno la raccolta di nuove informazioni, non modificheremo le impostazioni della privacy delle persone né venderemo le informazioni personali dei nostri utenti agli inserzionisti. Desideriamo solo utilizzare le informazioni di cui siamo già in possesso per migliorare la loro esperienza come utenti.
Chi non ritiene che la condivisione di informazioni possa migliorare la sua esperienza come utente non è obbligato a eseguire l’accesso per utilizzare servizi quali Ricerca Google, Google Maps e YouTube. Se si è loggati, è possibile utilizzare i vari strumenti per la privacy di Google, ad esempio per modificare o disattivare la cronologia delle ricerche o la cronologia di YouTube, gestire il modo in cui Google personalizza gli annunci in base ai propri interessi o per navigare sul Web in incognito con Chrome. È addirittura possibile separare le proprie informazioni usando account diversi. In altre parole, è possibile utilizzare la gamma completa di strumenti Google che garantiscono trasparenza e controllo sui propri dati.
La nostra attenzione nei confronti della privacy è rimasta immutata e continueremo a cercare modi per aiutare gli utenti a comprendere e controllare le modalità di utilizzo delle informazioni che ci affidano. Giusto la scorsa settimana ci siamo uniti alla Casa Bianca e ad altre aziende del settore in favore della proposta “Do Not Track”, ovvero l’aggiunta di un pulsante che offre agli utenti la possibilità di limitare a piacere le informazioni che possono essere monitorate durante la navigazione e abbiamo spiegato con chiarezza i controlli dei browser. Garantire trasparenza, controllo e sicurezza rimane fondamentale per conservare la fiducia degli utenti; è proprio per gli utenti che Google è stato creato e riteniamo che queste modifiche renderanno i nostri servizi ancora migliori.