Karel De Gucht, commissario europeo per il commercio, non usa giri di parole per esprimere il proprio appoggio all’ACTA: dall’alto del suo ruolo all’interno della Commissione Europea, infatti, l’esponente belga ha espresso pieno appoggio all’Anti-Counterfeiting Trade Agreement spiegando che l’Europa ne ha fermamente bisogno.
Non è un passo definitivo e non è un passo sufficiente: lo stesso De Gucht spiega come l’accordo sia nei termini relativamente modesto e coinvolga un numero relativamente piccolo di paesi, ma al tempo stesso viene visto come un importante passo avanti. Un impegno simbolico, insomma, in vista di ulteriori estensioni del progetto a livello internazionale.
Il documento ACTA è nato del resto come estensione e revisione di precedenti accordi internazionali contro la pirateria ed in difesa della proprietà intellettuale, ma la nuova formulazione ha lasciato molti paesi nel dubbio: è o non è un buon trattato per l’Unione Europea? Molti paesi hanno fermato la ratifica del trattato e lo stesso Parlamento Europeo ha inviato il documento alla Corte di Giustizia in attesa di un parere nel merito del testo proposto: la firma del Parlamento darebbe il via semi-definitivo all’ACTA ed i singoli paesi avrebbero le spalle coperte per una ratifica che non potrebbe più trovare troppi ostacoli sulla propria strada.
De Gucht ha voluto intervenire in merito in occasione del workshop dedicato indetto dal Parlamento Europeo sul tema: ha tranquillizzato i cittadini, spiegando che i timori sull’ACTA sono perlopiù infondati, ma al tempo stesso ha voluto spiegare la sostanza del proprio appoggio partendo anzitutto dai danni che la pirateria apporta sul mercato. Secondo il commissario europeo per il commercio, la firma altro non fa se non creare un polo di nazioni all’interno del quale sia più facile difendere i propri diritti. E i nostri diritti, in quanto europei.
L’ACTA, insomma, non stabilisce cosa sia legale e cosa non lo sia: in tal senso non ha incidenza alcuna sulle leggi già esistenti, confermando pertanto quanto già Neelie Kroes aveva sottolineato anzitempo. E con estremo puntiglio De Gucht smentisce una ad una le contestazioni fin qui mosse contro il trattato:
L’ACTA non è un attacco alle vostre libertà […].
L’ACTA non introdurrà la censura su internet. Non determinerà monitoraggio o controlli sulle e-mail, i blog o le attività di file-sharing delle persone.
L’ACTA non richiede l’ispezione di laptop o player MP3 da parte di funzionari delle dogane.
L’ACTA non impone restrizione alcuna sul commercio dei farmaci generici
Questo, secondo il commissario europeo, è affermabile fin da ora in virtù di un trattato già modellato sugli assunti propri della legislazione europea e pertanto non influente sugli assunti stessi. L’UE ne uscirebbe più forte, e pertanto la firma del Parlamento Europeo non dovrebbe essere che benedetta. A maggior garanzia, De Gucht ricorda la sentenza SABAM vs Netlog dei giorni scorsi, sottolineando come una decisione del genere non faccia che ribadire il pieno impegno dell’UE nel garantire la libertà delle persone.
E l’intervento verte infine sul file-sharing:
Penso che sia giusto dire che tutti in questa stanza conosciamo qualcuno che, senza pagare alcunché, ha scaricato un file musicale sul proprio computer, un album, o una serie televisiva. Non posso, in buona coscienza, condonare questa azione. So che alcune persone vedono la cosa in modo differente, soprattutto i più giovani. Ma per me non c’è differenza morale tra rubare qualcosa nel mondo reale e rubare qualcosa nel mondo virtuale. Il download illegale significa denaro che sarebbe dovuto andare alle persone creative e così non è stato. Trattasi quindi di un disincentivo al loro lavoro.
Comunque, qualcuno è preoccupato del fatto che persone conosciute possano finire in prigione in conseguenza dell’ACTA.
Oggi la legge è molto precisa su questo. Rubare una mela rimane un crimine che può essere segnalato alla polizia. Comunque, scaricare una canzone senza pagare per averla, sebbene possa strettamente essere considerato come un illecito, non è un crimine. Non c’è possibilità per cui possa essere trattato con una azione punitiva finché non viene eseguito su scala commerciale.
L’ACTA non criminalizza chi scarica, insomma, ma tra le righe è evidente la criminalizzazione di chi invece crea un mercato attorno al file sharing (il caso Megaupload può essere in tal senso esplicativo). E secondo De Gucht la questione non è in alcun modo inerente all’eventuale ridiscussione dell’assunto del copyright: è questo un dibattito differente e non correlato, che merita di essere portato avanti pur senza ostacolare la necessaria approvazione dell’ACTA.
De Gucht auspica che il dibattito sull’ACTA possa proseguire, e possa proseguire con la necessaria serenità. Ma spera soprattutto che si possano fare passi avanti concreti: «Perché il mondo sta cambiando. Viviamo nell’era della competitività. Se non proteggiamo il futuro della nostra economia, non lo farà nessuno per noi».
L’Europa, insomma, firmi l’ACTA: l’Europa ne ha bisogno e non ci sono controindicazioni. Parola del commissario europeo per il commercio, Karel De Gucht.