Amazon chiama, Google risponde: dopo i tagli ai prezzi relativi ai servizi cloud da parte del gruppo guidato da Jeff Bezos, anche l’azienda di Mountain View ha annunciato alcuni cambiamenti in termini di tariffazione per GB relativamente al proprio servizio Cloud Storage, dedicato principalmente agli sviluppatori che intendono utilizzare i server del colosso delle ricerche come casa per le proprie applicazioni.
Le riduzioni risultano essere legate al quantitativo di GB messi a disposizione dei propri clienti, con percentuali che oscillano dal 7 al 15% rispetto ai prezzi imposti in precedenza. In base alle nuove tariffe, quindi, gli sviluppatori dovranno affrontare una spesa di 0.12 dollari per GB fino ad un tetto massimo di 1 TB, 0.105 dollari fino a 10 TB, 0.095 dollari fino a 100 TB e 0.085 qualora si avvicinino ai 500 TB di dati consumati al mese, rendendo quindi i propri prodotti ancora più interessanti agli occhi degli sviluppatori alla ricerca di una soluzione cloud.
I nuovi prezzi avranno valore retroattivo al 1 marzo e consentono all’azienda di Mountain View di allinearsi ulteriormente con quelli offerti da gruppi concorrenti come Amazon e Microsoft. “Big G”, poi, ha annunciato l’avvio di una collaborazione con diverse aziende del settore dello storage a livello enterprise, le quali intendono usufruire di Google Cloud Storage per offrire nuovi servizi ai propri clienti: tra i principali nomi figurano quelli di Panzura, StoreSimple, Zmanda, TwinStrata e Gladinet.
La nuova mossa targata Mountain View mette inoltre nuovamente in risalto come l’interesse verso la nuvola digitale sia in continuo aumento non solo da parte degli utenti che intendono archiviare in remoto i propri file, ma anche per quanto concerne lo sviluppo di applicazioni da ospitare presso server di elevata potenza. Servizi come quelli offerti da Google, Amazon oppure Microsoft permettono infatti di abbattere i costi e di ottenere un’infrastruttura di sicuro valore, sfruttando tutte le potenzialità del cloud.