Alla fin fine la cosa che più ha stupito tutti al termine della keynote di Tim Cook non è stato cosa è stato presentato, quanto piuttosto cosa NON è stato presentato. La cosa che più si è fatta notare, alla fin fine, è ciò che meno ha occupato spazio, tempo e visibilità: il nome del nuovo iPad.
Per settimane, infatti, i soloni dei rumors si sono combattuti a colpi di “iPad 3” e “iPad HD“, paventando contatti speciali e fonti affidabili che avevano avuto sentore di quello che sarebbe stato il nuovo nome del tablet di Cupertino. Per tutti è arrivata una secca smentita: il nuovo iPad si chiamerà infatti solo e semplicemente “iPad“. E se la cosa potrà arrecare qualche confusione ai meno informati, la scelta non appare tuttavia priva di significato.
Anzi, col senno del poi è forse questa la maggior novità che Apple ha presentato nella giornata di ieri.
Chiamare l’iPad 3 semplicemente “iPad” significa dematerializzare completamente il significato della sequenza temporale delle generazioni del tablet. Apple, insomma, lancia un messaggio chiaro: non è necessario denominare l’iPad con un numero che ne sottolinei l’innovatività, poiché quest’ultima deve essere parte integrante di un processo scontato, di un meccanismo ormai avviato, di un modo di pensare al dispositivo nuovo e differente. “iPad 3” sarebbe stato semplicemente un tablet, invece “iPad” è IL tablet.
La discriminante che contraddistinguerà un iPad da un altro sarà nelle caratteristiche tecniche, non certo un numero. L’iPad, insomma, si svincola dalla competizione odierna e propone una propria categoria di prodotto che tenta di agganciare l’utente ad un nuovo modo di pensare questo tipo di device. Come è stato nella storia recente per i PC, anche sui tablet l’utenza dovrà abituarsi a fare i conti con le componenti invece che con i nomi: Ghz, GB, ppi e Mbps diventeranno le unità di misura su cui “pesare” le proprie scelte d’acquisto, il tutto nella piena consapevolezza del fatto che il mercato tende ad innovare continuamente per legare il consumatore ad un cambio regolare della propria attrezzatura informatica.
La confusione generata da questo tipo di scelta sarà soltanto temporanea: chi cerca un iPad, oggi, potrebbe infatti incappare in un iPad 1 (generalmente denominato “iPad” esattamente come l’ultimo nato di Cupertino). Ma chi cerca un “nuovo iPad” è al sicuro da qualsivoglia confusione e nel frattempo la nuova accezione del brand sarà andata imponendosi poco alla volta.
Un solo brand, tanti device?
La scelta Apple è di per sé coraggiosa, basata sulla convinzione per cui l’iPad è ormai un concept maturo ed in grado di spiegarsi da sé come emblema primo del mondo post-PC. Chi sceglie d’ora in poi l’iPad sceglierà sempre il “nuovo iPad”, qualunque sia l’ultimo nato. La cosa potrebbe peraltro consentire ad Apple di veicolare linee diverse del prodotto sotto medesimo brand, puntando ad esempio su caratteristiche differenti senza la necessità di nomenclature precise per ogni singolo assemblaggio.
Non vedremo probabilmente mai un “iPad 4”, quindi: se il gruppo deciderà che è il caso di sfornare un device più piccolo, sarà possibile ordinare un iPad da 7 pollici, con la memoria prescelta e magari potendo decidere anche quale sia il processore desiderato. Un nome solo descriverà una intera gamma di possibilità, il che andrebbe a delineare non solo un nuovo prodotto, ma un modo totalmente differente di pensare al concetto produttivo, distributivo e di marketing del concept “iPad”.
Da questo punto di vista Apple è ora più libera, poiché smarcata da un certo modo di pensare la linea evolutiva del proprio tablet. Ed è anche maggiormente fedele alle proprie ispirazioni, secondo le quali focalizzazione e semplicità rappresentano l’aura “zen” ereditata dalla storia e dall’influenza di Steve Jobs.
Potrebbero nascere degli “iPad 3D” o “iPad mini”? La logica delle cose potrebbe prevederlo per semplificare la presentazione di nuove linee di prodotto, ma i numeri sono di fatto una questione passata e dimenticata, destinata probabilmente peraltro a dettare alla concorrenza medesimo paradigma (basti pensare alla confusione con cui Samsung sta iniziando a fare i conti con prodotti denominati ad esempio “Galaxy Tab 2 10.1”).
Lo si chiami, insomma, semplicemente iPad. Da nome proprio a nome comune di cosa, per una nuova grammatica made in Cupertino.
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