«Siamo sconcertati per l’ennesimo temporeggiamento dell’Agcom sul tema della pirateria digitale». Parole dure, che impongono ulteriore urgenza ad una situazione che sembra stia ormai per precipitare in un senso o nell’altro di fronte a due parti inconciliabili: chi è a favore della bozza AGCOM e chi è contro, chi intende agire con forza contro la pirateria online e chi vede in questo intervento un abuso ed una invasione di poteri.
Le parole sono quelle di Marco Polillo, Presidente di Confindustria Cultura Italia, il quale interviene a commento delle dichiarazioni rese in audizione presso la Commissione Cultura e Lavori pubblici al Senato dal presidente AGCOM Corrado Calabrò: «Stiamo attendendo da tempo infinito l’adozione di questo pacchetto regolamentare che ha ricadute importanti, anzi fondamentali, per la cultura e i contenuti culturali italiani in rete e per la sopravvivenza dell’industria culturale del nostro Paese. Il tema è stato sollevato da Agcom e oggi, dopo infiniti lavori, studi, documenti, audizioni e quant’altro, ci troviamo a fare i conti con un presidente che nonostante affermi che “l’argomento incombe” demanda la soluzione al Parlamento, all’Unione Europea, persino all’ONU. Lo poteva dire sin da subito che non voleva occuparsene, evitando così di buttare via due anni di lavoro».
L’AGCOM è tirata pesantemente per la giacchetta, con Confindustria che pone le proprie pregiudiziali di fronte ad un atteggiamento di attesa ad oltranza fatto di silenzi e di rinvii. Confindustria Cultura Italia, (AESVI, AFI, AGIS, AIE, ANES, ANICA, APT, FEM, FIMI, PMI e Univideo) chiude con il dubbio per cui in realtà l’Authority stia tentando di evitare di occuparsi del problema, magari in vista di un prossimo avvicendamento che porterà nuovi responsabili nell’Authority, ai quali verrà chiesto da entrambe le parti di esplicitare fin da subito il proprio pensiero rispetto ad un problema tanto urgente.
Chiude infatti l’associazione:
Il quadro normativo nazionale e internazionale è chiarissimo e ci stupisce che i senatori Vita e Vimercati, commentando l’audizione, possano parlare di “fragilità delle basi giuridiche su cui poggia il regolamento”, in aperto contrasto con il parere ben più autorevole dell’ex-presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida. Quanto all’auspicata nuova normativa sul diritto d’autore, è davvero curioso che questa esigenza nasca solo oggi, quando dei problemi della pirateria digitale si sta parlando ormai da anni. Che sia l’ennesima dichiarazione d’intenti che cela in realtà la volontà di non occuparsene affatto?