Piovono nuove accuse su Foxconn: un report pubblicato dalla Fair Labor Association ha messo infatti in risalto circa 50 violazioni alle leggi cinesi in materia di lavoro messe in atto dal gruppo che si occupa di assemblare dispositivi elettronici. Le analisi condotte dalla FLA gettano dunque nuova luce su di una vicenda che a più riprese torna a galla, questa volta però accompagnata da quelle che sembrano essere promesse che Foxconn dovrà giocoforza mantenere a causa del clima che oramai si è instaurato intorno all’azienda.
Diversi sono quindi i punti sui quali la società necessita di migliorare: dalle condizioni di salute alle clausole sugli infortuni, dalle ore lavorative ai salari, passando anche per gli svaghi concessi ai dipendenti al termine della propria giornata lavorativa. In diverse occasioni sono stati infatti registrati orari di lavoro ben al di sopra di quello che è il tetto massimo imposto dalle leggi cinesi, ed in tali circostanze sono state ben poche le volte in cui le ore extra sono state accompagnate da una remunerazione economica consona. Foxconn ha dunque promesso di ridurre a 49 ore settimanali il limite massimo per ciascun dipendente entro il 2013, cercando inoltre di rivedere anche i salari.
Le ore di straordinario, ad esempio, in alcuni casi vengono computate a scatti di 30 minuti: lavorare 29 minuti, ad esempio, non permette ai dipendenti di ottenere quanto promesso dall’azienda, mentre 58 minuti di lavoro significa sostanzialmente esser pagati per soli 30. Fine ultimo della FLA è dunque quello di garantire ai dipendenti Foxconn maggiori benefici, ma soprattutto di renderli consapevoli di quelli che sono i propri diritti. Il tutto dovrà avvenire in collaborazione con l’azienda stessa e con Apple, gruppo fortemente legato a quello di origini cinesi e da lungo tempo attento per far sì che le condizioni lavorative negli impianti Foxconn siano in regola con leggi.
In tal senso si sono registrati già i primi passi in avanti: l’azienda cinese ha infatti annunciato di avere intenzione di assumere nuovi dipendenti, di migliorare i salari, di ridurre le ore di lavoro, di instaurare nuovi protocolli di sicurezza e soprattutto di voler migliorare le strutture che ospitano quotidianamente i propri dipendenti. Una mossa, questa, voluta in buona parte anche da Apple e che permetterà alla Foxconn di alzare l’asticella della qualità complessiva dei propri impianti, soprattutto ora che gli occhi del mondo intero sono puntati su di essi a seguito delle continue denunce giunte dalla Cina.
Il gruppo cinese, nel frattempo, ha ricevuto la visita di Tim Cook, CEO Apple, presso i propri stabilimenti: una mossa di riavvicinamento che sembra poter riabilitare l’immagine dell’impianto, rinforzando la partnership tra le due aziende e valendo da promessa reciproca per portare avanti una nuova politica nel rispetto del lavoro e dei lavoratori.