Il Raspberry Pi, l’economico computer da 22 sterline, necessita del marchio di conformità europea (CE) per poter essere venduto nello spazio economico europeo (SEE). Anche se la società aveva sperato che, vista la natura del dispositivo, non ce ne fosse realmente bisogno, il Department for Business, Innovation e Skills (BIS) ha confermato il contrario, costringendo il Raspberry Pi a superare i controlli per ottenere il marchio di conformità.
Creato da un’organizzazione benefica di Cambridge, il dispositivo è stato ideato con lo scopo di incoraggiare un maggior numero di ragazzi e bambini a imparare i fondamenti della programmazione. Peccato che al momento sembra aver attirato più una folla di hacker e nostalgici degli anni ’80. Il Raspberry Pi ha la forma di una carta di credito ed è costituito essenzialmente da un circuito comprendente prese per tastiera, monitor e cavo ethernet. Il processore è basato sulla stessa architettura ARM che si trova negli smartphone iPhone 3G di Apple, mentre il device è in grado di eseguire versioni del sistema operativo Linux memorizzate su una scheda SD.
Il successo all’esordio ha fatto registrare un immediato sold-out ed anche l’utenza italiana ha fin da subito l’occasione di mettere le mani sul dispositivo la cui regolare distribuzione dovrebbe iniziare a questo punto entro le prossime settimane.
Dopo alcuni ritardi non programmati, l’organizzazione attende adesso il risultato di nuovi test basati sulle emissioni elettromagnetiche del dispositivo che non dovrebbero comportare comunque modifiche particolari all’oggetto. La Raspberry Foundation ringrazia il governo britannico e il BIS in particolare per il sostegno dato al progetto e soprattutto per il grande impegno dimostrato per risolvere la questione in fretta, promettendo che ulteriori aggiornamenti arriveranno nei prossimi giorni.
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