Secondo la MPAA (Motion Picture Association of America) non è consentito inserire un video coperto da copyright all’interno di un sito tramite l’embedding. La questione, nata in seguito alla sentenza di un giudice federale, ha subito innescato uno scontro tra l’associazione che difende gli interessi dell’industria cinematografica e i giganti di Internet, tra cui Facebook e Google.
La sentenza del giudice John F. Grady, emessa a luglio 2011, aveva dato ragione a Flava Works, un’azienda specializzata nella distribuzione di contenuti per adulti, che ha accusato il sito MyVidster di pubblicare video coperti da diritto d’autore. I video in questione, in realtà, sono ospitati sui server di RedTube, mentre su MyVidster gli utenti condividono solo i link.
La MPAA ritiene però che non ci sia nessuna differenza tra hosting e embedding, per cui MyVidster ha violato il copyright. Secondo il proprietario del sito, invece, il DMCA (Digital Millennium Copyright Act) sanziona solo gli utenti che caricano direttamente i video e non chi pubblica i link o effettua l’embedding. Quindi, in teoria, l’accusa dovrebbe essere indirizzata a RedTube, non a MyVidster.
Contro la sentenza del giudice, appoggiata da MPAA, hanno manifestato il proprio dissenso aziende del calibro di Google, Facebook e Electronic Frontier Foundation, citando una sentenza del 2007 che aveva stabilito la colpevolezza del sito che ospita i video, non quello che pubblica i link embed. La decisione potrebbe avere conseguenze negative per tutti i siti che “embeddano” contenuti di terze parti. Google e Facebook, ad esempio, sarebbero costrette a rimuovere tutti i video e a sospendere gli account degli utenti ritenuti colpevoli di violazione del copyright.