La Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG) ha diramato i risultati del proprio studio “La Stampa in Italia 2009-2011“, importante comparativa dalla quale emergono, dati alla mano, due grandi fenomeni concomitanti ed interagenti: la caduta della carta da una parte e l’avvento dell’informazione online dall’altra, entrambi espressione comunque di un giornalismo malato che cerca in nuove forme espressive anche una vera e propria nuova identità.
Dagli elementi raccolti emergono con evidenza le difficoltà del settore: difficoltà derivanti da fattori endogeni come la crisi del media cartaceo e da fattori esogeni che, a partire dalla congiuntura economica, intervengono sul calo della domanda e accentuano la flessione pubblicitaria. Si aggiunga il tumultuoso avanzare delle tecnologie digitali che hanno dirottato le esigenze d’informazione verso mezzi diversi da quelli stampati. In questo quadro è proprio Internet a irrompere con prepotenza sulla scena con effetti rivoluzionari nelle abitudini delle persone e sul mercato: in una danza tra vecchie e gloriose testate e new media che potrà o meno diventare un’occasione di sviluppo a seconda di come si saprà tradurre e trasformare l’antico patrimonio di qualità e di affidabilità.
La crisi economica non fa che esacerbare le difficoltà del settore nelle sue forme tradizionali, abbassando ulteriormente il ritmo delle vendite e mettendo in ulteriore difficoltà un settore che, in molti casi, nella vendita e nella raccolta pubblicitaria non trova più risorse a sufficienza per sopravvivere. Tuttavia a fare da contraltare alle situazioni più complesse v’è un mondo online in grande crescita, ove l’utenza sta accorrendo in massa verso le nuove forme dell’informazione digitale fatta di Web, di tablet e di smartphone.
I dati parlano chiaro:
La percentuale di utenti di siti web di quotidiani sul totale dell’utenza nel giorno medio era del 38,3% nel 2009; nel 2011 è salita al 46,8% e, verosimilmente, quest’anno supererà la soglia del 50%.
Oggi il 51% dell’utenza che si collega alla Rete sarebbe in cerca di giornali e riviste online, percentuale che solo nel 2010 era pari al 44%: ciò attribuisce all’informazione il terzo gradino del podio nelle motivazioni che spingono all’uso del Web dopo lo strumento email (80,7%) e l’e-commerce (68,2%). Il tutto ha portato sui giornali online il 50% in più di utenti in appena tre anni (da 4 a 6 milioni), emblema di una vera e propria rivoluzione con gravi ricadute per chi non saprà adattarvisi. Secondo quanto emerso, tuttavia, a giovarsi maggiormente della corsa al digitale sono quegli stessi brand che già sul cartaceo avevano costruito una posizione di forza: il marchio è traslato sul digitale con contenuti, redazioni ed iniziative tali per cui la forza sulla carta diventa forza sui bit, smorzando così le difficoltà del mercato con il premio ricavato dagli investimenti online.
In questo quadro ha un ruolo importante la pubblicità, la quale rappresenta una delle fonti di gettito più importanti per il settore. Secondo quanto emerso, Internet ha visto aumentare nel 2011 la raccolta del 14,6%, con una quota di mercato ormai pari al 7.1%: il tutto avviene ai danni del cartaceo, ma non ai danni di un impero televisivo che continua a gravare imperituro sul mercato dettando legge con un 53,9% della raccolta complessiva. La caduta degli introiti pubblicitari su carta non sarà però adeguatamente compensata dall’online: sebbene i prodotti in Rete abbiano restituito ricavi in aumento del 38,8% nel 2010 e del 32% nel 2011, in termini assoluti l’incidenza di tale aspetto è ancora del tutto minoritaria (1,4%), il che delinea un passaggio epocale estremamente difficoltoso.