Yahoo mostra i muscoli a Facebook e con una prova di forza intende dimostrare al gruppo di Mark Zuckerberg che non intende scendere a patti in quanto a brevetti: l’originale denuncia che contestava alla controparte la violazione di dieci brevetti, infatti, è stata rincarata con due ulteriori violazioni contestate. In tutto sono in ballo quindi 12 brevetti, la cui discussione dovrà avvenire in tribunale o in sede privata in caso di accordo pre-processuale (una ipotesi in questa fase non ancora in ballo).
Lo scontro in questa fase è totale. Entrambe le parti, infatti, rigettano le accuse altrui e rivendicano la piena regolarità delle proprie azioni, considerando quindi prive di merito le denunce ricevute. Così per Facebook, così per Yahoo: la contro-denuncia è stata rimandata al mittente con tanto di critiche circa i brevetti acquisiti da gruppi altrui, il che sembra voler colpire al cuore la strategia Facebook basata sull’acquisizione di proprietà intellettuali con cui rispondere alle missive provenienti da Sunnyvale. Facebook, infatti, ha fatto propri con lauti investimenti tanto brevetti IBM quanto brevetti Microsoft, accrescendo così un portfolio fino a quel momento relativamente scarno.
I due nuovi brevetti contestati da Yahoo a Facebook sono i seguenti:
- No. 7,933,903: «System and Method to Determine the Validity of and Interaction on a Network»;
- No. 7,698,315: «System and Method Allowing Advertisers to Manage Search Listings in Pay for Placement Search System Using Grouping».
Ma non solo. Yahoo contesta altresì a Facebook di non aver informato i propri legali prima di procedere con la controdenuncia (senza mai contestare, quindi, la violazione denunciata in tribunale) e di aver incluso nel proprio attacco anche violazioni che in linea teorica Facebook non dovrebbe nemmeno conoscere (a meno di non essere entrato in possesso di informazioni riservate senza autorizzazioni). Un attacco a tutto campo, quindi, che dimostra con quanta decisione Yahoo stia vivendo un momento tanto delicato della propria sfida legale contro quello che ad ogni effetto è tanto un nemico quanto un partner di mercato.
Il team legale di Mark Zuckerberg ha immediatamente preso atto della nuova accusa, rispondendo con un certo sconcerto: «Siamo perplessi per l’errata azione di Yahoo. Non siamo d’accordo con queste contestazioni e continueremo a difenderci vigorosamente». Entro le prossime settimane le azioni FB dovrebbero esordire al Nasdaq, dunque Yahoo rappresenta in questa fase una spina nel fianco la cui risoluzione appare però lungi dall’essere imminente.