Google sta con Mozilla. E non poteva essere altrimenti. Con una immediata presa di posizione che anticipa anche la risposta di Redmond, Google ha voluto appoggiare le critiche della Mozilla Foundation contro Microsoft e si è pertanto schierata contro il gruppo rivale in relazione alle policy sui browser per Windows 8.
Mozilla aveva accusato Microsoft per il modo in cui va ad avvantaggiare Internet Explorer rispetto ai prodotti concorrenti su Windows RT: una strategia, questa, che avrebbe messo all’angolo i browser alternativi per l’impossibilità oggettiva di accedere ad alcune funzioni fondamentali in termini di velocità, performance e sicurezza. Secondo Mozilla (con punto di vista condiviso da Google), Microsoft porta avanti questo tipo di politica per tornare agli anni bui del monopolio nel mondo dei browser, favorendo indebitamente il browser di casa grazie alla forza con cui Windows 8 potrebbe entrare sul mercato.
Queste le parole affidate ai microfoni CNet:
Condividiamo le preoccupazioni che Mozilla ha sollevato a proposito della restrizione di scelta ed innovazione nello sviluppo di Windows 8. Abbiamo sempre accolto l’innovazione nel mondo dei browser su tutte le piattaforme e crediamo fortemente che avere competitor forti ci faccia lavorare più duramente. Alla fine, consumatori e sviluppatori beneficiano di una più robusta competizione.
Firefox e Chrome (Mozilla e Google) sono oggi i due principali competitor di Internet Explorer, nonché i principali artefici della sua caduta dall’Olimpo, ed è chiaro pertanto il motivo per cui le due parti facciano fronte comune contro l’ex-dominatore del mercato.
La risposta Microsoft dovrà essere relativa ad un “perché”: perché sono state fatte talune scelte? Si poteva fare altrimenti? Microsoft crea un effettivo vantaggio oggettivo per il proprio browser, avvantaggiandolo rispetto alle soluzioni rivali? Le risposte sono sicuramente in fase di preparazione: Microsoft non può permettersi di lasciare che la polemica riprenda piede dopo anni passati al giogo della DOJ, della Commissione Europea e del Choice Screen.