Greenpeace torna a colpire Apple con la campagna Clean Our Cloud, chiedendo alla mela morsicata un maggiore rispetto per l’ambiente nella gestione di iCloud e dei servizi online offerti all’utenza. Secondo il report “How clean is your cloud?” pubblicato il mese scorso dall’associazione, solamente il 15,3% dell’energia impiegata per alimentare i data center è rinnovabile, mentre il 55,1% arriva dal carbone e il 27,8% dal nucleare.
La protesta si era concretizzata qualche settimana fa con una manifestazione andata in scena presso gli Apple Store americani. Nella giornata di ieri, invece, alcuni attivisti si sono presentati di fronte al quartier generale della società nel campus di Cupertino. Tra di loro quattro vestiti da veri e propri iPhone, con gli interventi scritti dai sostenitori di Facebook e Twitter mostrati sul display. Altri invece, dall’interno di un a sorta di “pod”, hanno proiettato gli stessi messaggi sulla facciata dell’edificio.
Nell’occasione Greenpeace rende noto anche il successo della petizione online per chiedere ad Apple di passare totalmente all’energia pulita per l’alimentazione dei server. La raccolta firme ha già ricevuto quasi 220.000 adesioni sulle 250.000 necessarie. Tornando al blitz di ieri, tutto si è concluso con l’arresto dei due attivisti asserragliati all’interno del pod per resistenza a pubblico ufficiale. Per i quattro travestiti da iPhone, invece, non ci sono state conseguenze.
Apple, dal canto suo, respinge ogni accusa relativa alle stime di Greenpeace, dichiarando che il nuovo data center costruito a Maiden è il più “eco friendly” del pianeta. La manifestazione andata in scena a Infinite Loop, comunque, testimonia ancora una volta la determinazione dell’associazione ambientalista, riportando alla luce un problema che in ambito high tech non riguarda solamente la mela morsicata.