Minacce di Teheran a Mountain View per questioni geografiche. Il governo iraniano si è detto molto irritato dopo aver scoperto un landmark a loro dire errato sul golfo Persico, che in Google Maps è sparito a favore di un più generico “golfo arabo”. Se non si trattasse di un regime autoritario, la cosa sarebbe finita lì, ma siccome in genere governi di questo tipo soffrono di sindrome di accerchiamento (a maggior ragione se la responsabilità è di una multinazionale americana), è arrivata la minaccia di citazione in giudizio per quello che viene considerato «un atto malizioso».
Che la geografia sia determinante nella considerazione storica, anche sul web, lo si è sempre saputo. Nel caso del Golfo Persico, la mancata etichetta sulle mappe satellitari rispolvera antiche ruggini e brutti ricordi di secoli di contrasti e battaglie, in primis la terribile guerra con l’Iraq: la confusione tra persico e arabico fu utilizzata da Saddam Hussein per sfruttare le rivalità etniche a sostegno delle sue ambizioni regionali. L’eventuale azione legale del governo contro Google sarebbe quindi dovuta a una sorta di guerra fredda che da decenni imperversa tra i paesi confinanti con questa parte dell’oceano indiano e che Google, a sua detta involontariamente, è andata a riaccendere.
Il portavoce del ministero degli Esteri Ramin Mehmanparast ha detto chiaramente di credere che la società californiana sia al soldo del governo americano e che abbia «giocato con le tecnologie per provocare il nostro paese». Tempo fa, la scoperta che nelle mappe della marina americana, presente nel golfo, viene denominato Arabian Gulf non ha certo aiutato. Ovviamente Google ha ribadito che si tratta di un refuso dovuto all’aggiornamento costante delle mappe, anche se un portavoce ha detto alla CNN che non ricorda che quelle acque avessero un’etichetta prestabilita.
La questione è molto delicata: su Facebook si stanno moltiplicando le pagine che invitano Google a definire persico (persiano, quindi iraniano e non genericamente arabo) quelle acque, e milioni di iraniani in tutto il mondo minacciano di boicottare il servizio finché non ci sarà un landmark preciso su quelle acque.