Joaquin Almunia ha inviato ad Eric Schmidt una lettera che da una parte è una apertura e dall’altra un ultimatum: facendo seguito a 18 mesi di approfondimenti sull’attività di Google ed in relazione ad una lunga serie di denunce depositate presso la commissione europea, l’antitrust del vecchio continente si appresta ora a chiudere la vertenza secondo le modalità che Google vorrà conseguire.
Duplice la possibilità concessa: correggere i problemi rilevati, oppure sfidare la Commissione lasciando intatto il funzionamento del motore e spiegando con nuovo materiale probatorio come e perché le proprie azioni vadano intese come corrette e non lesive della concorrenza. Joaquin Almunia, vice presidente della Commissione Europea e responsabile antitrust, ha dettagliato i rilievi della commissione in un apposito comunicato nel quale mette nero su bianco, pur non entrando nel dettaglio, quali siano i comportamenti che l’UE mette all’indice e sui quali pretende una risposta da parte di Mountain View nel giro di poche settimane:
- Il primo spunto di riflessione è relativo ai motori verticali interni al motore stesso: Google è stata accusata di creare filoni verticali di ricerca che, invece di entrare in competizione con altri motori verticali di simile natura, vengono forzati tra le SERP e non lasciano così spazio alle offerte concorrenti. Così facendo Google rafforza il proprio potere traslando il dominio del proprio motore su ogni singolo ambito di ricerca, il che crea una ostruzione artificiosa che l’UE intende smantellare;
- Il secondo spunto è relativo al modo in cui Google copia contenuti dai servizi verticali rivali facendoli propri all’interno della propria offerta. In taluni casi possono essere copiati anche contenuti sotto copyright, ed in ogni caso il materiale viene sottratto senza autorizzazione e riciclato all’interno delle pagine del gruppo, cosa che secondo la Commissione Europea può fortemente impattare ad esempio su siti di viaggio o guide per la ristorazione;
- La terza riflessione è relativa all’accordo con cui Google impone l’esclusiva dei propri annunci sui siti nei quali compaiono gli annunci del gruppo stesso. Tale comportamento impedisce alla concorrenza di poter esprimere il proprio servizio, con un impatto diretto su negozi online, magazine e brodcaster;
- L’ultimo rilievo è relativo alle restrizioni che Google impone in termini di portabilità tra le campagne su AdWords e le piattaforme rivali. Le restrizioni contrattuali indicate dall’UE determinerebbero una ennesima ostruzione al mercato, intaccando in tal senso l’advertising, ossia il nocciolo del core business di Mountain View.
Joaquin Almunia ha svelato le proprie carte ed ora attende la risposta di Google. Ma il messaggio è chiaro: la velocità è un aspetto fondamentale poiché l’UE non intende perdere altro tempo.