Risultati deludenti per Facebook dopo tre giorni di quotazioni a Wall Street. Il valore del titolo è diminuito dai 38 dollari iniziali ai 31 di ieri, e sono già molti gli esperti di finanza che si interrogano sui motivi di questo flop. Intanto l’azienda di Menlo Park ha chiesto agli analisti di rivedere al ribasso le stime sui ricavi, in quanto molti utenti accedono al social network mediante dispositivi mobile.
Il principale responsabile della caduta di Facebook in Borsa sarebbe l’adviser Morgan Stanley, che ha fissato la valutazione iniziale del titolo a 38 dollari, un valore giudicato troppo elevato già prima dell’ingresso nel mondo borsistico. Nelle ultime ore è emerso inoltre un fatto abbastanza grave, sul quale la SEC ha deciso di indagare. Durante il roadshow con gli analisti, Morgan Stanley, Goldman Sachs e JP Morgan hanno tagliato l’outlook sulle azioni di Facebook senza fornire nessuna comunicazione ufficiale. Ciò ha provocato un calo di oltre il 26% in tre giorni, mentre il valore di capitalizzazione è sceso a 66 miliardi di dollari, molto lontano dai 100 miliardi previsti.
Per evitare ulteriori perdite, Facebook ha quindi chiesto agli analisti di tagliare le stime di ricavi e profitti. In pratica, i 900 milioni di utenti non forniscono le giuste garanzie agli investitori. I mercati finanziari, infatti, non valutano un’azienda in base alla sua popolarità, bensì sui ricavi. Le entrate derivanti dalle inserzioni pubblicitarie, principale fonte di guadagno di Facebook, sono però molto basse in rapporto al numero di utenti. Ciò dipende anche dal fatto che molti di loro si collegano al social network tramite dispositivi mobile, che generano meno ricavi pubblicitari.
Secondo Lawence White, economista presso la New York University, Mark Zuckerberg deve necessariamente trovare un modo per aumentare le entrate, eventualmente mettendo a pagamento alcuni servizi del social network.