In occasione del 78esimo anniversario dalla nascita di Robert Moog, Google dedica all’inventore dei sintetizzatori quello che è probabilmente il doodle più complesso ed affascinante fin qui portato sulla homepage del motore di Mountain View. Il doodle odierno, infatti, replica un Minimoog del tutto funzionante, sui quali è possibile sbizzarrirsi con suoni, distorsioni, registrazioni e condivisioni.
Un esempio? Eccolo (in attesa di ulteriori e migliori composizioni che entro breve inizieranno a popolare i social network). Disponibile inoltre una guida illustrata per scoprire tutte le funzionalità di cui è dotato il doodle.
UPDATE: nonostante il doodle sia ormai scomparso dalla homepage del motore di ricerca, è ancora possibile suonarlo seguendo l’apposita pagina messa a disposizione da Google.
Altri doodle musicali avevano già lasciato il segno in passato, dimostrandosi particolarmente affascinanti per il grado di interazione concessa: ne è un esempio il doodle dedicato alle chitarre Gibson, quando grazie alle virtù dell’HTML5 milioni di utenti poterono strimpellare i propri brani preferiti portandone testimonianza con filmati vari su YouTube. In questo caso la condivisione sarà ancor più semplice poiché, una volta suonato il brano ed effettuata la registrazione utilizzando l’apposito pulsante, è possibile pubblicare istantaneamente la propria creazione senza dover effettuare elaborazioni in proprio: il pulsante crea uno short-url che può essere pubblicato su qualsivoglia social network o condiviso con un amico per dare il via all’ascolto (ed un parallelo pulsante “G+” consente altresì la pubblicazione istantanea del brano sull’omonimo network di Mountain View).
Per suonare il doodle dedicato a Robert Moog è possibile cliccare con il mouse sopra il Minimoog, oppure adoperare il numeri sulla propria keyboard. Lo strumento consente di registrare fino a 4 tracce sovrapponibili, il che rende più semplice la creazione di musiche elaborate e l’utilizzo degli effetti tipici del sintetizzatore. La parte superiore del doodle racchiude infatti l’insieme delle manopole che ha reso celebre l’invenzione di Moog: l’azione sulle stesse consente la creazione di nuovi suoni e possibilità espressive che, ai tempi del Minimoog (anni ’60), diedero origine a nuovi stili, nuove mode e nuove opportunità.
Robert Mood è deceduto nel 2005, ma la sua memoria è oggi sulla homepage più visitata al mondo: il doodle suonerà vibrazioni che riecheggiano dal secolo scorso, passando per un nuovo tipo di sintetizzazione che fa dell’HTML5 e dei moderni browser i propri strumenti eletti di espressione.
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