Google vs. Oracle: Android non ha violato i brevetti

Google vince la causa contro Oracle: stando alla sentenza la macchina virtuale Dalvik di Android non ha violato alcun brevetto Java.
Google vs. Oracle: Android non ha violato i brevetti
Google vince la causa contro Oracle: stando alla sentenza la macchina virtuale Dalvik di Android non ha violato alcun brevetto Java.

Google ha ottenuto un’importante vittoria nella lunga battaglia legale che ha visto contrapposto il gigante della ricerca a Oracle. Al centro della questione due brevetti relativi alle API Java utilizzate per lo sviluppo della macchina virtuale Dalvik su Android. Il giudice William Alsup, della Corte Distrettuale della California del Nord, ha stabilito che l’azienda di Mountain View non ha violato nessuna proprietà intellettuale, sancendo la conclusione del procedimento.

In precedenza la giuria aveva dato parzialmente ragione ad Oracle, in quanto Google avrebbe copiato solo nove righe di codice delle API Java, ma non era stata raggiunta una decisione unanime. Ciò ha costretto il giudice a rinviare il verdetto finale fino a ieri, quando il processo si è concluso con la vittoria di bigG.

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A questo punto non è più necessario procedere con la fase successiva del dibattimento, ovvero quella che prevede il calcolo dei danni da rimborsare a Oracle. Dopo aver letto il verdetto, il giudice Alsup ha ammesso che questo processo civile è stato il più lungo e faticoso della sua carriera, ringraziando la giuria popolare per il duro lavoro svolto, considerata la complessità dell’argomento. Entrambe le aziende hanno diramato un comunicato ufficiale con il quale commentano la sentenza. Ecco quello di Google.

Il verdetto di oggi rappresenta una vittoria non solo per Google, ma per tutto l’ecosistema Android.

Oracle, ovviamente, non è d’accordo con la decisione e preannuncia l’intenzione di ricorrere in appello al più presto con l’obiettivo di rovesciare quanto deciso in favore di bigG.

Oracle ha intenzione di continuare a difendere e sostenere Java, assicurandosi che il diritto d’autore sia protetto in tutela dei nove milioni di sviluppatori e della comunità che dipende dalla compatibilità Java.

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