Tim Cook si è svelato alla D: All Things Digital Conference: ha affrontato i microfoni di Kara Swisher e Walt Mossberg, ha spiegato in parte l’approccio Apple al mercato ed ha altresì costellato il proprio intervento di silenzi, non-detti, indicazioni elusive e ammiccamenti. Quel che appare chiaro è quanto sia stata opportuna la scelta Apple per il successore di Steve Jobs: risultati di mercato a parte (i numeri ripagano ampiamente la scelta indicata dallo stesso Jobs), Tim Cook dimostra di avere il timone saldamente in mano, di aver dato al gruppo una direzione chiara e di avere molti progetti in cantiere.
E, soprattutto, non esclude nulla per il futuro. Più volte tenta di sviare le domande degli intervistatori, ma allo stesso tempo anche le non-risposte sembrano avere un proprio significato poiché, quando la risposta è “no”, Tim Cook non si tira indietro dall’ammettere il proprio disinteresse per questo o quell’ambito.
Ed apre quindi ad una conferma: nuovi prodotti stanno per arrivare, e Cook parla fin da subito di questi ultimi con il termine “incredibile”. Un ponte lanciato verso il futuro, insomma, ma nulla più: Cook ha imparato a stuzzicare l’appetito dei fans della mela, ma sa quando fermarsi e quanto rilanciare.
In relazione all’iPhone ed al rapporto con Android, il CEO di Cupertino spiega anzitutto di non avere alcuna ambizione circa il controllo del mercato, ma spiega di voler semplicemente vantare il migliore degli smartphone in circolazione. Con una sola risposta, insomma, coglie due fave: alleggerisce la pressione di Android sul dominio Apple e rilancia l’iPhone presso il ruolo a cui più tiene, ossia la palma del “migliore”. Cook non esclude del tutto la possibilità di un iPhone “low cost”, ma non sembra essere questo il focus, insomma: in relazione alla prossima Developer Conference, però, nessuno sbilanciamento e nessuna indicazione, dunque non è chiaro se già fin dal prossimo evento sarà possibile conoscere nei dettagli il nuovo iPhone di cui ormai si parla ripetutamente a colpi di rumor. E proprio a proposito di questi ultimi è interessante come Tim Cook abbia bocciato ovviamente la fuga di segreti industriali, ma al tempo stesso abbia apprezzato la passionalità con cui la rete segue l’evoluzione del gruppo: i rumor sono un elemento a doppia faccia, qualcosa da temere e da accettare poiché entrambi i risvolti sono parte della stessa medaglia.
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Nessuna ambizione di entrare nel mercato delle console, nessuna ambizione mai coltivata su Instagram. In relazione al mondo della tv, invece, qualcosa trapela: trapela anzitutto la poca soddisfazione per quanto la Apple TV ha fatto fino ad ora, poiché se Cook spiega di aver fatto addirittura più di quanto auspicato, al tempo stesso non vede nella Apple TV la risposta alle domande che il mercato pone; inutile però chiedere a Cook qualsivoglia indicazione circa progetti futuri in ambito televisivo: il gruppo guarda con interesse in questa direzione, ma per ora di iTV non v’è traccia tra le parole del CEO.
Interessante è anche la metafora con cui Cook boccia la scelta Microsoft di fondere in un sistema operativo unico tanto l’idea del PC quanto l’idea del tablet. Nell’era post-PC delineata da Steve Jobs, infatti, i due ambiti portano in dote peculiarità differenti ed ambizioni diversificate, il che è la principale linea di demarcazione tra l’approccio Apple e quello Microsoft. Cook accosta le due strategie parlando di un tostapane e di un refrigeratore: c’è chi vuol mettere assieme le due cose (Windows 8) e c’è chi invece le vuole produrre separatamente (Mac OS e iOS), dopodiché sarà il mercato a decidere chi abbia ragione.
Cook accenna anche alle necessità “social” della mela: su Facebook si sta ragionando, su Ping si stanno facendo approfondite riflessioni, ed anche in tal senso Cook spiega di non aver risposte immediate ma di poter contare cantieri già aperti per capire quali possano essere le prospettive dell’azienda. Idem su iAd, anonimo braccio dell’advertising del gruppo che finora non ha probabilmente raccolto quanto auspicato.
Le attenzioni si spostano ora sulla Developer Conference, prevista tra l’11 ed il 15 giugno a San Francisco: sarà questa l’occasione in cui iOS6 vedrà la luce e con essa, probabilmente, il nuovo iPhone o parte di esso. Sarà questa l’occasione per spiegare anche la parte della mela di cui Tim Cook non ha potuto rivelare dettagli all’evento D: All Things Digital. Sarà questa l’occasione per aggiungere un tassello alla Apple del nuovo CEO. Al post-PC. Ed al post-Jobs.