Android oggi non ha rivali e, soprattutto, non ha motivi per temere nell’immediato la risalita dei Windows Phone. Tuttavia, il Google guarda avanti e vede all’orizzonte un timore che in queste ore ha messo nero su bianco al cospetto delle autorità antitrust europee. Google ritiene infatti che Microsoft e Nokia abbiano stretto il gruppo di Mountain View in una morsa fatta di brevetti ed all’interno della quale il robottino di Android rischia di restarne soffocato.
Il ricorso all’antitrust vede insomma nei brevetti il piede di porco con cui un gruppo di aziende rivali sta tentando di scardinare l’impero che Android ha poco alla volta costruito nel mercato mobile, occupato oggi in rigido duopolio con iOS.
La denuncia è stata depositata presso tre entità, ma il ruolo di una di esse rimane ancora tutto da decifrare: trattasi della canadese Mosaid, gruppo al quale a fine 2011 Nokia ha letteralmente regalato 2000 brevetti sulla base di un accordo preciso: tutto il ricavato che la Mosaid stessa sarebbe riuscita a trarre da tale portfolio sarebbe stato suddiviso in tre parti da redistribuirsi tra la stessa Mosaid, Nokia e Microsoft. Prendeva insomma forma quello che Google considera un “trust” dei brevetti, il cui progetto potrebbe essere finalizzato proprio a creare ostruzionismo nei confronti del sistema operativo mobile di Mountain View.
Così si descriveva a suo tempo il portfolio Mosaid, ad oggi l’incognita più forte in questa situazione alla luce del fatto che la stessa Mosaid ad oggi non ha ancora depositato alcuna denuncia contro Google:
Dei 2000 brevetti in questione, circa 1200 riguarderebbero l’esecuzione di operazioni largamente diffuse mediante l’utilizzo di reti wireless e sarebbero ritenuti fondamentali per l’evoluzione delle reti di comunicazione a livello mondiale, risultando alla base di numerose tecnologie. I restanti 800 avrebbero una minore importanza, riguardando principalmente l’implementazione di una serie di sistemi di comunicazione attraverso canali wireless.
Secondo l’accusa, il trio Nokia/Microsoft/Mosaid si sarebbe accordato per fare in modo che i costi di adozione del sistema Android potessero aumentare nel tempo, rendendone così sempre più dispendioso ogni eventuale investimento. Se la scelta Android divenisse poco redditizia, infatti, la prima opzione alternativa sarebbe quella Windows Phone. Già oggi Microsoft ha siglato importanti accordi con gran parte dei produttori Android per “patteggiare” la violazione di taluni brevetti, ma se la strategia delineata da Google andasse a buon fine allora tale ammontare potrebbe salire ulteriormente e la scelta Windows Phone sarebbe effettivamente ben più di una semplice possibilità.
Se dalla Mosaid e da Nokia non sono giunte al momento prese di posizione ufficiali, Microsoft non ha invece lasciato attendere la propria risposta, la quale altro non è se non una accusa ribaltata: Google starebbe tentando di trarre lucro e vantaggio di posizione da brevetti essenziali per il mercato mobile, ignorando i termini FRAND a cui dovrebbe rispondere e tentando così di regalare fondamentale vantaggio strategico proprio a quell’Android che nella denuncia depositata risulterebbe danneggiato da strategie altrui.
La Commissione Europea dovrà insomma valutare quanto e se la strategia organizzata da Microsoft e Nokia sia una legittima difesa della proprietà intellettuale o piuttosto una dolosa mossa di aggiramento con cui aumentare i costi finali per gli utenti a vantaggio delle soluzioni proprietarie. Le autorità del vecchio continente diventano pertanto per l’ennesima volta l’ago della bilancia nello scacchiere del mercato, rivelandosi nuovamente arbitro fondamentale per i destini degli equilibri venutisi a creare tra i grandi gruppi dell’ICT.