Non si ferma la discesa del valore azionario per il numero uno dei social network. Facebook ha ormai perso il 50% della capitalizzazione di mercato: da 104 miliardi di dollari del 18 maggio, giorno dello sbarco in Borsa, ai 58 miliardi di dollari di ieri. Il titolo ha chiuso le quotazioni a 26,90 dollari per azione con un calo di quasi il 3% rispetto al giorno precedente. Intanto, è stato aperto un altro procedimento legale contro l’azienda di Menlo Park.
Facebook dunque ha toccato il livello più basso dal giorno dell’Ipo, quando era stato fissato un valore iniziale di 38 dollari per azione, salito per poche ore fino a un massimo di 45 dollari. Da quel momento in poi c’è stata una continua discesa, fino ad arrivare all’attuale valore di 26,90 dollari, corrispondente a una capitalizzazione inferiore ai 60 miliardi di dollari.
Alcuni analisti hanno iniziato a fornire valutazioni sul titolo, provocando un’ulteriore diminuzione di valore. Carlos Kirjner di Bernstein Research ha assegnato a Facebook un rating “underperform” e un price target di 25 dollari. Ciò ha dato origine a una pioggia di vendite che ha trascinato il titolo verso il basso. Kirjner ritiene, in particolare, che le stime sui profitti derivanti dal social advertising siano in diminuzione e, al momento, non all’altezza della rivale Google.
Nel frattempo, Facebook dovrà difendersi dall’accusa di aver nascosto agli investitori informazioni sul bilancio. Nel procedimento legale, depositato presso al Corte Distrettuale di Southern New York, viene fatto riferimento a un report con il quale le tre banche che hanno sottoscritto l’offerta pubblica iniziale, hanno avvisato solo i maggiori investitori sui profitti dell’azienda, previsti in calo. Le stime sono state riviste al ribasso, in quanto gli utenti preferiscono utilizzare dispositivi mobile per accedere al social network e ciò comporterà una riduzione dei guadagni derivanti dalle inserzioni pubblicitarie.