In queste ore chi possiede una pagina su Facebook potrà iniziare a veder comparire un pulsante nuovo vicino ai propri post: si tratta del pulsante “Promuovi“, con il quale sarà possibile offrire maggior visibilità (a pagamento) ai contenuti immessi. Un nuovo strumento di marketing nelle mani delle aziende, insomma, sul quale far leva per ottimizzare il proprio impegno e le proprie iniziative sul social network. Il pulsante comparirà, come da immagine seguente, direttamente sul “diario” della propria pagina, a stretto contatto con i singoli post caricati:
Al fianco di tale pulsante apparirà invece una statistica che va a puntellare il motivo primo della unzione “Promuovi”: il numero indica la quantità di utenti raggiunti, esplicitandone altresì la percentuale complessiva rispetto ai fan accumulati. Tale numero è espressione di una difficoltà oggettiva ben conosciuta da chi progetta azioni di marketing sul social network: come contattare quanta più utenza possibile? Come far apparire sulla loro bacheca i propri aggiornamenti? A che ora è consigliabile caricare i propri update per massimizzare la visibilità degli stessi? Tutte queste domande decadono in parte di fronte al nuovo pulsante, poiché con piccoli budget è possibile gestire con maggior efficacia ogni azione.
L’idea è quella per cui, mettendo sotto gli occhi di chi gestisce la pagina il numero reale degli utenti raggiunti, si possa incoraggiare ad investimenti in grado di massimizzare la resa dei contenuti sul social network. Con una piccola spesa, infatti, è possibile contattare un numero estremamente maggiore di persone, rendendo così al massimo il potenziale accumulato con la propria community. Se ad oggi le percentuali di resa nel nostro esempio vanno dal 10 al 50% (ossia: vedono gli aggiornamenti dal 10 al 50% degli utenti che seguono la pagina), con pochi euro sarà possibile avvicinare maggiormente tale cifra al 100%, con maggiori garanzie di visibilità.
Il budget investito non garantisce in alcun modo il contatto: i click saranno sempre e solo espressione dell’interesse dell’utente (interesse che va suscitato con la qualità del post), mentre la visibilità può essere ottimizzata forzando sulle bacheche dei fans i propri update. Cliccando sul pulsante “Promuovi” si apre il box dal quale accedere alla nuova funzione:
Per ogni budget, Facebook indica una stima dell’utenza potenzialmente raggiungibile. Nel caso specifico alla pagina Facebook di Webnews (poco più di 5000 fan già raggiunti) vengono richiesti 5 euro o 9 euro: impossibile capire a priori la differenza delle due offerte, ma se nel primo caso non vengono offerte stime sull’utenza raggiunta, nel secondo caso viene indicata una previsione pari a poco più di 6000 utenti (ossia più di quanti non siano in realtà i fans, comprendendo in questa proiezione anche il coinvolgimento previsto ed il passaparola generato).
La cifra sembra essere proporzionale al numero dei fan raggiunti, richiedendo pertanto budget maggiori nel caso di pagine con un maggior numero di “follower”. Il tutto, insomma, sembra configurarsi come una tralazione “social” della logica “CPM” già propria del mondo dell’advertising online.
Questa la dinamica generata infatti dalla sponsorizzazione: «Tutti i post promossi sono visualizzati nella sezione Notizie delle persone a cui piace la Pagina e, quando interagiscono con il post, diventano visibili anche ai loro amici. Questi post porteranno l’etichetta “Sponsorizzati” nella sezione Notizie. I post promossi non sono visualizzati nella colonna destra di Facebook». Facebook impone però un limite alle promozioni per evitare che il social network venga popolato di vecchi contenuti poco efficaci e poco interessanti: i post possono essere promossi soltanto entro 3 giorni dalla loro pubblicazione.
E ancora: «Puoi promuovere qualsiasi tipo di post che puoi creare nello strumento di condivisione, inclusi aggiornamenti di stato, foto, offerte, video e domande». Tuttavia, come illustrato da Facebook nelle FAQ al servizio, alcuni contenuti hanno dimostrato nel tempo maggior appeal rispetto ad altri:
- «Foto e video vivaci: le persone tendono a rispondere alle immagini vivaci, semplici e accattivanti, in particolare se raffigurano persone che usano il prodotto o servizio. Ad esempio, potresti promuovere una foto di nuovi prodotti che desideri vendere. Tieni presente che l’immagine del profilo della tua Pagina sarà visualizzata accanto al tuo post promosso, in modo che tutti sappiano che è collegata alla tua azienda»;
- «Offerte: promuovere un’offerta può aiutare a incrementare il numero di persone che vedono e utilizzano l’offerta. Ciò può aiutarti ad attirare un numero maggiore di persone verso la tua attività e a incrementare il coinvolgimento sulla tua Pagina. Maggiori informazioni sulle offerte»;
- «Eventi o notizie esclusive: promuovere post con contenuto esclusivo induce le persone a parlare della tua Pagina e a condividere i tuoi post con i loro amici. Potrebbe trattarsi di un piatto del giorno speciale su un menu, di un evento nel punto vendita o dell’imminente lancio di un prodotto»;
- «Domande: promuovendo una domanda si dimostra alle persone che la loro opinione è importante. Ad esempio, potresti promuovere una domanda che chiede alle persone di votare un nuovo prodotto o servizio, cosa che incoraggia le persone a tentare di influenzare direttamente le tue decisioni aziendali».
Ogni promozione può essere affinata sulla base di vari parametri, ad esempio geolocalizzandone la comparsa. La promozione funziona infatti come una vera e propria inserzione pubblicitaria, sulla quale chi gestisce la pagina deve poter avere massime opportunità di ottimizzazione di resa.
Può essere questa la soluzione per aumentare le entrate del gruppo e migliorare il fin qui deludente percorso sul mercato azionario? Può essere questa la soluzione per dare nuovo impulso all’advertising sul social network? Entrambe le domande meritano maggiori approfondimenti, ma i dubbi sono molti: l’efficacia dello strumento andrà dimostrato sulla base di un raffronto costi/benefici da commisurarsi all’interno di una più organica strategia di presenza su Facebook.
Insomma, per ora imperano i dubbi in attesa di conferme e dimostrazioni dell’effettiva bontà della proposta.