Tim Bray di Google, co-fondatore di XML e sostenitore dello sviluppo di Android, ha presentato un progetto relativo a una nuova versione del codice di errore HTTP denominato codice 451, che propone venga assegnato per far meglio identificare agli utenti i siti Web soggetti a censura.
Secondo quanto proposto da Bray, il codice 451 non andrebbe a rendere visibili i contenuti di un sito Web bloccato da una qualche autorità, ma renderebbe quantomeno trasparente la censura e più chiaro il motivo del blocco. Milioni di utenti in tutto il mondo non hanno accesso a determinati contenuti a causa delle scelte imposte dai governi locali, eppure non v’è oggi un codice di Stato HTTP che vada a identificare con precisione tali casi. Uno degli esempi più recenti che è possibile ricordare è quello del blocco di The Pirate Bay nel Regno Unito: il codice 403 “Forbidden” è usato per segnalare all’utenza l’impossibilità di accedere al sito, ma una dicitura del genere non è tecnicamente corretta: l’errore 403 indica infatti che la richiesta di accesso ha raggiunto il server, ma che lo stesso si rifiuta di eseguirla.
In tale ottica, Tim Bray vorrebbe agevolare la trasparenza sul Web ed ha pertanto presentato il proprio progetto alla IETF (Internet Engineering Task Force), tramite cui suggerisce l’utilizzo del codice 451 “Unavaiable For Legal Reasons” per fare in modo che l’utente possa comprendere immediatamente quando non riesce ad accedere in un sito Web a causa della censura. Tale procedura, oltre a dipanare un’area oggi al di fuori degli standard, darebbe maggior consapevolezza ai navigatori circa le risorse cercate ed il contesto legale correlato.
In sostanza, il codice 451 servirebbe a garantire la trasparenza ed a far comprendere che il provider non sta bloccando un contenuto per propria scelta, ma per via di un ordine imposto da un’autorità superiore. Nella bozza del documento presentato da Bray, è possibile notare come il codice 451 non solo andrebbe a suggerire che “un sito non è disponibile per motivi legali”, ma fornirebbe anche una chiara spiegazione circa le motivazioni associate al blocco, l’autorità che lo ha imposto e quali risorse si applicano in particolare (tale dettaglio, quantomeno, è caldamente consigliato all’interno della bozza proposta). Un chiaro esempio è riportato qui di seguito: