Agosto 1996: bisogna risalire a ben 16 anni fa per vedere le azioni Nokia a quota 2,35 dollari, il livello raggiunto ieri dopo l’ennesimo capitombolo sul mercato azionario. In mezzo c’è stato di tutto: il picco del 2000 vicino ai 60 dollari, la fiammata di fine decennio a sfiorare i 40 dollari e quindi la caduta continuativa che ha accompagnato le azioni verso il basso prima ancora che i telefonini iniziassero a segnare seriamente il passo rispetto ai più moderni smartphone.
L’ultima caduta è stata pari al 15,77%, segnando così il valore minimo degli ultimi tre lustri. Da più agenzie di rating il giudizio sulle azioni Nokia è ormai quello di “junk”, carta straccia. Occorre però giudicare il gruppo per quello che è: una realtà storica, un brand di enorme richiamo, un gruppo imprigionato nel proprio successo e dal quale si è liberato con troppo ritardo e forse con troppa leggerezza. Oggi le sorti di Nokia sono nelle mani di Stephen Elop, il quale chiede fiducia e nel frattempo non ha però argomenti forti a supporto delle proprie strategie.
La nuova caduta del gruppo è causata da una nuova revisione dell’outlook, in conseguenza della quale il gruppo ha annunciato la chiusura di alcuni stabilimenti ed il licenziamento di 10000 unità per ridurre i costi e rinsaldare il bilancio. La cessione di Vertu, la dismissione del progetto Meltemi e l’acquisizione della Scalado completano il quadro di una giornata a tinte fosche per l’intero gruppo.
Nokia cerca il rimbalzo ed ha riposto tutte le proprie speranze sul sistema Windows Phone. La svolta può arrivare nei prossimi mesi, quando tutti gli astri positivi si allineeranno sulla direttrice del gruppo europeo: l’arrivo di Windows Phone 8 potrebbe offrire maggior visibilità al sistema operativo ed aumentare le vendite correlate (su cui Nokia ha oggi parziale egemonia); l’arrivo di Windows 8 potrebbe offrire nuove opportunità anche in ambito tablet (ci sarà un ruolo per Nokia negli annunci del 18 giugno?); nuovi dispositivi sono in progetto, con la tecnologia PureView pronta a decollare anche sulla serie Lumia; con l’aiuto di Microsoft si nutre l’auspicio di nuovi device di fascia bassa a prezzo ridotto per aggredire con maggior forza il mercato.
Se tutto ciò basti o meno, lo si capirà soltanto con l’avvento dell’autunno. La borsa del resto non giudica i prodotti né si appella al passato, ma attende prospettive e pesa il futuro. Nel frattempo per Nokia sarà una lotta di resistenza, perché una volta toccato il minimo iniziano a configurarsi pericolose prospettive. Come 18 anni fa, Nokia deve cominciare da capo per riconquistarsi il ruolo a cui il gruppo ambisce. Come 18 anni fa, quando le azioni erano carta straccia e c’era un mercato tutto nuovo da esplorare e costruire.